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Governi e imprese immobili sulla deforestazione

Governi e imprese immobili sulla deforestazione1

 

(Rinnovabili.it) – Siamo tutti complici della deforestazione tropicale nel mondo, attraverso i prodotti di uso quotidiano che acquistiamo. Ma ci sono 500 governi che, insieme alle aziende e gli investitori, hanno la possibilità di metter fine a questa pratica distruttiva. Finora, tuttavia, non lo hanno mai fatto. Sono queste le amare conclusioni di un importante rapporto del think tank Global Canopy Program. Esso ha rilevato che soltanto 7, su 400 aziende e investitori analizzati, hanno raggiunto il massimo punteggio nell’indice di deforestazione zero. La cosa peggiore è che, dei 100 governi presi in esame, nessuno ha sfiorato il target.

Una classifica dei 150 investitori chiave ha riportato lo stesso risultato. Nessuno di essi ha un qualche impegno sulla deforestazione zero per quanto riguarda beni di consumo ottenuti tramite l’uso di risorse che mettono a rischio le foreste: dall’olio di palma alla soia, dalla carne al legno, dalla carta alla cellulosa. Si tratta di elementi che si trovano in oltre il 50 per cento dei prodotti confezionati sugli scaffali del supermercato.

 

Governi e imprese immobili sulla deforestazione_

 

Mentre i Paesi latino-americani sono quelli mediamente più consci del problema, la Cina e l’India sono da lista nera. Pechino importa oltre un quinto del valore di tutte le merci che uccidono le foreste, mentre Nuova Delhi è un importatore chiave di olio di palma, una coltura insostenibile e devastante per gli ecosistemi e la biodiversità.

La deforestazione e cambiamenti di destinazione d’uso del suolo (da foresta a terreno agricolo per piantagioni intensive) sono problemi gravi secondo GCP, in quanto non solo causano più del 10% delle emissioni globali, ma mettono in pericolo anche la sicurezza idrica e minacciano la sopravvivenza di oltre un miliardo di persone in tutto il mondo.

 

L’immobilismo finora dimostrato contrasta fortemente con gli impegni presi lo scorso anno in occasione del vertice sul clima delle Nazioni Unite da parte di tutti gli attori coinvolti: imprese, governi, comunità indigene e società civile. L’obiettivo era abbattere la deforestazione del 50% entro il 2020, e azzerarla nel 2030.

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