La proposta di direttiva sulle emissioni della Commissione europea non piace agli Stati membri, che vogliono alzare i limiti all'inquinamento
(Rinnovabili.it) – Gli Stati membri non intendono sforzarsi per evitare di superare i tetti nazionali all’inquinamento, così stanno facendo pressioni sulla Commissione europea perché nella revisione della direttiva NEC (National Emission Ceilings) indebolisca tali limiti e li trasformi in governi virtuosi. Si chiede, in particolare, che i Paesi possano violare i loro impegni annuali di riduzione delle emissioni velenose durante estati secche o inverni freddi, quando impianti di riscaldamento e refrigerazione vanno a tutta birra. Se si potesse fornire stime medie ogni tre anni, suggeriscono gli Stati membri, si potrebbe annacquare questo picco delle emissioni.
La Commissione ha fissato un obiettivo di riduzione del 52% degli oneri sanitari dell’inquinamento atmosferico entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Molti Stati membri tentano di indebolire questo obiettivo, ma la Bruxelles è fortemente contraria a scendere sotto la soglia del 50%.
Il mese prossimo iniziano i negoziati con il Parlamento europeo, così che i governi dovranno finalizzare la propria posizione entro tempi limitati. Si va verso la “regola dei tre anni”, da applicarsi se i Paesi sono in grado di dimostrare che un adattamento della loro politica energetica volto ad affrontare il cambiamento stagionale «comporterebbe costi sproporzionati, compromettere sensibilmente la sicurezza energetica nazionale o metterebbe a rischio sostanziale di povertà energetica una parte significativa della popolazione», si legge in una bozza di documento del Consiglio europeo.
La Commissione europea ha proposto obiettivi al 2030 per la nuova legge, da raggiungere con una progressione lineare consentita da obiettivi intermedi vincolanti per il 2025. La “regola dei tre anni” comprometterebbe l’impianto normativo definito dall’esecutivo europeo, secondo le ONG, provocando gravi rischi per la salute.
Per ammorbidire la direttiva, gli Stati membri stanno anche considerando di chiedere alla Commissione di introdurre una progressione non lineare verso l’obiettivo 2030, se questa risultasse «economicamente o tecnicamente più efficiente», dove l’economia risiede tutta nell’inerzia.
I rappresentanti nazionali discuteranno domani il livello di ambizione da adottare (o da non adottare) per le emissioni di SO2, NOx, ammoniaca, PM 2.5 e composti organici volatili. La maggioranza degli Stati membri, Italia compresa (dichiarazioni del Ministro Galletti) vuole escludere il metano dalla direttiva, contrariamente alla proposta della Commissione. Salterà con tutta probabilità anche l’obiettivo intermedio vincolante del 2025.