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Governi e aziende insieme per fiaccare i nuovi test delle emissioni

Germania, Francia, Uk e altri Stati dell’Unione dalla parte delle aziende per picconare la riforma dei test delle emissioni proposta da Bruxelles

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(Rinnovabili.it) – I principali Stati membri dell’Unione europea stanno facendo pressioni sulla Commissione allo scopo di annacquare la riforma dei test delle emissioni. Germania, Francia e Gran Bretagna, insieme alle rispettive case automobilistiche (cui si aggiunge anche la Fiat), spingono perché il testo contenga obiettivi scarsi sugli ossidi di azoto (NOx). Nonostante lo scandalo Volkswagen e la pessima figura internazionale, non è cambiato niente nei rapporti di potere europei. La verità è che la lobby dell’automotive non ha perso la propria sfrontatezza, coinvolgendo gli stessi governi nel tentativo di far naufragare una riforma in discussione da quasi nove anni.

La paura di perdere quote di mercato è troppo forte, e tutti preferiscono fare finta che non esista un 90% delle auto che, una volta messe su strada, non rispetta gli standard di inquinamento.

Il Regno Unito ha chiesto che venga tollerato uno sforamento delle emissioni di NOx doppio rispetto al tetto attuale fino al 2019. Non solo: Londra sta lottando perché i test consentano delle scappatoie in grado di consentire un margine di inquinamento superiore del 40% alla soglia proposta dalla Commissione europea di 80 mg/km, secondo il Guardian. Germania e Francia stanno spingendo per obiettivi simili, mentre altri Stati membri dell’Ue vogliono favorire i produttori di automobili ritardando di un ulteriore anno l’entrata in vigore delle nuove regole.

 

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L’eurodeputato dei Verdi, Bas Eickhout, ha descritto questa operazione di lobbying come «cinica e incomprensibile. Questo è un oltraggio. Chiediamo con forza alla Commissione e ai governi europei di approvare un sistema di test che si basi sulle emissioni reali, senza eccezioni. L’alternativa sarebbe un fallimento per i cittadini europei».

Il Parlamento europeo, stamattina, ha votato una risoluzione non vincolante che chiede alla Commissione europea di non derogare dal mandato. La proposta di Bruxelles, di per sé, non è affatto temibile come sembrerebbe a giudicare dal fermento di lobby. Secondo quanto rivela il Guardian, consentirebbe alle emissioni di eccedere del 60% i limiti attuali a partire dal 2017 – data in cui dovrebbe entrare in vigore – scendendo al 20% dopo il 2019. Il tetto effettivo agli NOx salirebbe, così, a 95 mg/km.

 

Se questa proposta verrà stravolta o meno si vedrà entro la fine del mese, dopo l’imminente voto del Technical Committee for Motor Vehicles, gruppo poco trasparente composto da non precisati esperti reclutati dagli Stati membri.

Produttori di automobili come Fiat, Volvo e Seat sostengono che, senza margine di manovra, i loro redditi saranno colpiti e dovranno ritirare veicoli dal mercato. In più, pretendono scappatoie anche dopo il 2019. Tuttavia, gli eurodeputati hanno respinto con il voto di oggi questa richiesta: la risoluzione è passata con 493 voti a 145. La Commissione europea dovrà valutare se impedire qualsiasi deroga dagli 80 mg/km di NOx, oppure se aggirare le indicazioni del Parlamento europeo. Queste includono anche un appello per allargare i test a sostanze inquinanti come il particolato e il biossido di zolfo, e l’apertura di un’inchiesta sulle responsabilità delle autorità nazionali nello scandalo Volkswagen.