(Rinnovabili.it) – E’ un quadro “tutto sommato” positivo quello che emerge dal monitoraggio di Goletta Verde in Toscana. La campagna di Legambiente ha effettuato campionamenti su un totale su 410 km di costa – da Capalbio al confine con il Lazio, a Marina di Carrara, al confine con la Liguria – rivelando oggi lo stato di salute delle coste e delle acque toscane. Un quadro che nel complesso dimostra di essere ancora inesorabilmente legato alle criticità storiche del territorio. Su 18 punti monitorati 6 sono risultati con cariche batteriche oltre i limiti di legge, nonostante la pioggia che ha preceduto i campionamenti; i parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono determinati inquinati i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e fortemente inquinati quelli che superano di più del doppio tali valori.
“I nostri prelievi si concentrano nei punti critici della costa, in particolare su spiagge e tratti di mare dove insistono foci di fiumi o canali, fattori che potenzialmente rappresentano una fonte di inquinamento a causa di reflui non opportunamente depurati e dunque inquinati dal punto di vista batteriologico – dichiara Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde. A preoccupare però è anche l’avanzata del cemento: il 44% del totale della costa toscana è stato modificato inesorabilmente da interventi edilizi negli ultimi due decenni, cancellando ben dodicimila metri di costa. Più precisamente, sono 65 i chilometri occupati da infrastrutture portuali e industriali; 25 i chilometri di paesaggi urbani ad alta densità (ossia i principali centri sulla costa), mentre l’edificazione diffusa e meno densa occupa 91 chilometri. I tratti ancora “integri”, perché liberi da insediamenti, si distinguono tra 69 chilometri che si possono considerare paesaggi agricoli e 160 chilometri di costa con caratteri naturali.
“Il nostro studio – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – ha evidenziato una rilevante trasformazione dei paesaggi costieri e una dinamica di ulteriore cementificazione che non si è fermata in questi anni. E’ rilevante che solo il 15% della costa risulti sotto tutela ambientale, e dobbiamo scongiurare che altri tratti vengano progressivamente, anno dopo anno, trasformati per la diffusione di case, alberghi, porti, residence con una crescita da un lato dei centri più grandi e la saldatura delle ultime aree rimaste libere”.