(Rinnovabili.it) – Goletta Verde 2017 salpa dalla Sardegna in direzione della Toscana ma non prima di aver presentato i risultati dell’analisi delle acque insulari. Dal 15 al 18 giugno la squadra di tecnici di Legambiente ha monitorato i punti critici della Regione – scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento – per fornire il quadro complessivo della qualità delle acque.
Quadro che ne esce ancora una volta in maniera ottimale: dei 29 punti analizzati dalla campagna solo cinque presentavano valori di contaminazione elevata. Si tratta dei campionamenti effettuati alla foce del ruscello Modolo in località Turas di Bosa e alla foce del corso d’acqua presso via Garibaldi a San Giovanni di Alghero (punto quest’ultimo che riceve lo stesso giudizio per il terzo anno consecutivo). Stesse criticità riscontrate per i monitoraggi effettuati in prossimità della foce del Rio Fodeddu a Tortolì (Og) e alla foce del Riu Mannu a Portixeddu di Fluminimaggiore (che lo scorso anno fu giudicato “inquinato”), così come per le acque prelevate alla foce del Rio Cuggiani a San Pietro a Mare, nel comune di Valledoria.
“Il primato della Sardegna deve continuare ad essere quello del mare pulito – dichiara Marta Battaglia, Direttore Legambiente Sardegna -. Per questo motivo, insieme a Goletta Verde, vigiliamo sui casi di insufficiente depurazione dei reflui anche in collaborazione, da qualche anno, con Abbanoa e vogliamo spronare le amministrazioni a fare di più, anche per individuare scarichi illegali in mare e lungo i fiumi. Chiediamo ai Comuni interessati di cogliere questa occasione per aprire un tavolo di confronto su questo tema, studiando e pianificando durante tutto l’anno proposte di miglioramento e la messa in campo di strumenti efficaci per contrastare questi fenomeni che, anche se isolati, continuano a minacciare la salute del mare. Appello che ovviamente estendiamo alla Giunta Regionale affinché venga ulteriormente migliorato il sistema della depurazione”.
Molto da fare, invece, sul fronte dell’informazione ai bagnanti. La cartellonistica in spiaggia è ancora troppo scarsa, nonostante da tre anni sia scattato l’obbligo per i Comuni costieri di apporre pannelli informativi circa la qualità delle acque. Rispetto ai 29 punti monitorati dai tecnici, soltanto in tre i tecnici hanno potuto riscontrare la presenza di questi cartelli che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi quattro anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa.