Nei circa 37mila ettari dei Sin di Porto Torres e Sulcis Iglesiente Guspinese e del sito de La Maddalena pochi i piani di caratterizzazione completati e ancora meno le opere di disinquinamento partite
(Rinnovabili.it) – “La storia del risanamento in Italia sembra ferma nonostante i drammatici effetti sulla salute In Sardegna così come nel resto d’Italia le opere procedono ancora troppo a rilento, nonostante gli anni trascorsi, le risorse impiegate e le semplificazioni adottate”. Queste le parole di Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente all’arrivo di Goletta Verde a Porto Torres. La storica campagna di Legambiente a tutela del mare e delle coste italiane, fa il punto della situazione sulle opere di bonifica attive sul territorio dopo l’individuazione negli ultimi 15 anni di una serie di siti contaminati.
I risultati ottenuti in queste zone però non soddisfano: nei circa 37mila ettari tra siti di interesse nazionale e La Maddalena, le opere di bonifiche proseguono con “colpevole ritardo” su tutti i fronti, sia per i piani di caratterizzazione da realizzare, cioè il primo step del processo di risanamento, sia per le reali aree bonificate.
Per Porto Torres (Sito di interesse nazionale con la Legge 197 del 2002 e perimetrato con decreto del 7 febbraio 2003) – a fronte delle risorse stanziate di oltre dieci milioni di euro – le bonifiche, ad eccezione dell’area su cui è nato il progetto di Chimica verde, sono in grande ritardo, spesso ancora ferme alla fase di caratterizzazione (come nelle aree marine) o alla presentazione dei progetti di bonifica.
Anche nel Sulcis Iglesiente Guspinese le attività di bonifica sono in fortissimo ritardo: stando all’aggiornamento fornito dalla Regione Sardegna, a giugno 2015, le aree ricomprese nel sito sono ancora nella fase di caratterizzazione (o l’hanno conclusa da poco), sono stati realizzati alcuni interventi di messa in sicurezza di emergenza (in particolare della falda), ma non è partito nessun intervento di bonifica.
Infine, c’è La Maddalena dove la criticità maggiore riguarda la bonifica delle aree marine.
Discorso a parte merita la bonifica dell’area su cui insiste il progetto di Chimica verde a Porto Torres che procede sicuramente più celermente rispetto al resto del Sin. Il progetto che ha preso il via dal protocollo firmato il 26 maggio 2011 tra Governo, Regione Sardegna, Enti locali, Eni e Novamont che prevede la riconversione del petrolchimico, mediante la dismissione dei vecchi impianti per la produzione di prodotti chimici di sintesi (di proprietà di Eni) e la realizzazione di un Polo per la Chimica Verde, per la produzione di bioplastiche, biolubrificanti e additivi per gomme. “Occorre un vero cambio di passo per fare quello che è stato già realizzato con successo in altri paesi industrializzati, perché se non decollerà il settore delle bonifiche, non riusciremo mai a riconvertire il sistema produttivo alla green economy, come sta già avvenendo per la Chimica Verde”.