È più che positivo l’esito del monitoraggio scientifico effettuato dai biologi di Goletta Verde nelle acque della Sardegna: solo quattro punti sui trentuno analizzati lungo tutte le coste dell’isola hanno rilevato una carica batterica oltre quella consentita dalla legge e giudicati “fortemente inquinati”, tutti in corrispondenza di foci di fiumi e canali. Un segnale sicuramente da non sottovalutare e che deve impegnare le amministrazioni locali a tenere sotto controllo i punti critici ancora presenti. Quello che servirebbe è, però, una nuova stagione di abbattimenti, visto che secondo i dati del rapporto Mare monstrum di Legambiente la Sardegna quest’anno ha scalato la classifica del cemento illegale, piazzandosi al terzo posto in Italia per l’abusivismo lungo la costa. Tema che, insieme a quello della bonifica dei siti inquinati, resta tra le priorità che Regione e Ministero devono affrontare. Anche per salvaguardare e tutelare le tante esperienze positive presenti in Sardegna, come il comune di Posada, premiato proprio questa mattina con la consegna delle “5 vele” della Guida Blu di Legambiente e Touring club, comune costiero primo classificato in Italia.
È questa la fotografia scattata da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che ha fatto tappa in Sardegna, oltre che per verificare lo stato di salute del mare, anche per puntare l’attenzione sulla necessità di salvaguardare il Piano Paesaggistico Regionale, fino ad ora uno degli esempi migliori di tutela in Italia, e dell’importanza di avviare al più presto la bonifica e la riqualificazione dell’ex Arsenale della Marina a La Maddalena. L’istantanea regionale sulle analisi dell’equipe di biologi di Legambiente è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a Olbia, a bordo di Goletta Verde, ormeggiata presso il Molo Vecchio, alla presenza di Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde; Augusto Navone, direttore Area Marina Protetta di Tavolara; Giovanna Spano, assessore all’Ambiente del Comune di Olbia; Paola Mangia, consigliere comunale del comune di Posada; Francesco Nieddu, assessore all’Ambiente del comune di Santa Teresa Gallura.
L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione, analizzando il carico batterico che arriva in mare. Anche nel caso della Sardegna, dunque, l’attenzione è stata focalizzata soprattutto alle foci, senza però tralasciare tratti di spiaggia “sospetti” segnalati dai cittadini, attraverso il servizio SOS Goletta, o dai circoli locali di Legambiente. Goletta Verde, è bene ribadirlo, effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali. È evidente, però, che i punti critici evidenziati dai nostri monitoraggi meritano un approfondimento da parte delle amministrazioni competenti, alle quali saranno inviati i risultati, per individuarne le cause e risolvere il problema.
“La fotografia scattata dal monitoraggio di Goletta Verde – afferma Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde – riporta certamente un quadro positivo della qualità delle acque regionali ed evidenzia come le seppur poche criticità si riscontrano ancora presso le foci dei fiumi e gli sbocchi dei canali, sebbene la Sardegna goda di una copertura depurativa ben più alta rispetto alla media italiana. In questi giorni del tour sardo di Goletta abbiamo voluto incentrare la nostra attenzione soprattutto sul rischio di nuovi attacchi alle coste e sulla necessità di difendere il Piano paesaggistico regionale da queste nuove spinte speculative. Ci aspettiamo di tornare in Sardegna il prossimo anno testimoniando una nuova stagione di abbattimenti per fermare la spinta dell’abusivismo edilizio che in questi anni è cresciuta notevolmente. Le splendide coste sarde fanno gola e questi sono i risultati. È fondamentale che le autorità competenti agiscano subito per sradicare un fenomeno che rischia di compromettere seriamente gli sforzi fatti sul fronte della depurazione a discapito della salute del mare e dell’integrità dell’ecosistema”.