(Rinnovabili.it) – I laghi italiani non se la passano benissimo. Sebbene non si possa generalizzare e molti bacini offrano oggi una buona qualità delle acque, per il 60% di loro si è costretti a parlare di condizioni insufficienti rispetto ai traguardi preposti dalle direttive europee. A rivelarlo è l’edizione 2016 di Goletta dei laghi, la campagna nazionale di Legambiente per la tutela dei bacini lacustri italiani realizzata in collaborazione con il COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e Novamont.
La Goletta torna oggi a casa con oltre 200 campioni raccolti in dodici laghi di sei regioni, analizzati in laboratorio per verificare la presenza di batteri di origine fecale e di inquinamento da microplastiche. Dei 101 punti monitorati 39 sono risultati fortemente inquinati, 12 inquinati e i restanti entro i limiti di legge: il 50% dei campioni ha presentato, dunque, valori superiori di batteri fecali rispetto a quelli consentiti dalla normativa in vigore, registrando un sostanziale conferma dei dati raccolti nelle edizioni precedenti.
“L’Obiettivo della Goletta dei laghi – spiega Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – è mettere al centro dell’attenzione locale e nazionale i laghi chiedendo serie politiche nazionali e strumenti per la loro tutela. Anche in questa edizione 2016, abbiamo rilevato situazioni critiche riguardo la presenza di scarichi e inquinamento, ma non solo”.
Durante questa edizione 2016, Legambiente ha deciso di condurre il primo monitoraggio della presenza di microplastiche portato avanti da un’associazione ambientalista sui principali laghi italiani, seguendo un protocollo fino ad oggi eseguito solo nei mari. I principali laghi italiani hanno visto impegnati i tecnici di Goletta in 55 ore di navigazione, per effettuare 42 transetti in 22 ore di trainata, per un totale di 108 km lineari percorsi. Cento campioni d’acqua superficiale sono stati raccolti, utilizzando una strumentazione dotata di una particolare rete (la manta) a maglia ultrafine in grado di catturare le microparticelle inferiori a 5 millimetri. L’intero progetto gode della collaborazione scientifica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia di Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) i cui tecnici, ora, provvederanno ad analizzare con l’ausilio del microscopio i campioni raccolti e selezionati in loco dai tecnici di Goletta, e il supporto di Arpa Umbria. Una novità importante che consentirà di costruire un’attenta analisi delle microlitter presenti nell’acqua e realizzare il primo studio sullo stato d’inquinamento dei laghi italiani per quanto riguarda questa tipologia di sostanze. I risultati saranno presentati nel prossimo autunno.