Venti esperti internazionali hanno redatto un documento condiviso in cui avvertono i negoziatori climatici delle COP21: “Parigi deve aumentare il livello di ambizione”
(Rinnovabili.it) – “La scienza è chiara e fortemente convinta che anche l’obiettivo dei 2°C non sia più sufficiente. La stabilità del sistema terrestre è in gioco”. Per gli esperti internazionali del clima, lo scenario che ci aspetta da qui al 2050 è chiaro e lascia spazio a pochissime interpretazioni: quello su cui stanno lavorando oggi i decisori politici e i negoziatori climatici in seno alla Conferenza delle parti dell’UNFCCC, ovvero come mantenere l’aumento della temperatura mondiale all’interno dei due gradi centigradi, non è affatto sufficiente. E si è chiuso con questo monito oggi a Roma l’International Symposium on Climate Change, l’evento di alto profilo che per tre giorni ha riunito allo stesso tavolo esperti di questioni legate al cambiamento climatico e dei campi tra loro collegati come la biodiversità, l’energia, l’acqua, gli oceani, la povertà, lo sviluppo, la pace e la sicurezza, la finanza e crescita economica.
L’obiettivo? Delineare gli elementi chiave di una strategia mirata ed efficace al fine di consentire a Parigi 2015 di stabilire un autentico punto di svolta e di riferimento per affrontare la realtà ed i rischi del cambiamento climatico. I venti scienziati e operatori mondiali, riuniti dalla Fondazione Italiani e dal New Policy Forum sotto la direzione scientifica del consulente delle Nazioni Unite, Martin Lees, hanno redatto un documento conclusivo in cui mettono nero su bianco l’impegno necessario. La richiesta è quella di agire con la massima urgenza.
Peraltro come ricordano dagli stessi scienziati, gli impatti del global warming si stanno già facendo sentire e vedere, e sono il risultato dei “soli” 0,8 °C di aumento registrati rispetto all’epoca pre-industriale. Il percorso intrapreso dall’umanità, continuando sul modello di business-as-usual, condannerebbe il Pianeta a 4-5 gradi in più. Peccato che il punto di non ritorno (tipping point) del nostro sistema climatico abbia molto meno spazio di manovra.
Da Roma a Parigi
“Dobbiamo ricreare un equilibrio nella relazione tra l’umanità e la Madre Terra. Questo significa che Parigi deve aumentare il livello di ambizione. È assolutamente necessario adoperarsi per profondo cambiamento. Sono insufficienti adeguamenti progressivi”, si legge nel testo.
Ecco perché alla COP 21 e successivi appuntamenti, è necessario ed essenziale che si segua una rigida ricetta di azioni e misure che il convegno ha riassunto in una serie di punti, tra cui:
- i leader e i negoziatori prendano decisioni coraggiose e agiscano ora con lo scopo di raggiungere l’azzeramento del CO2 nel 2050;
- i cittadini vengano posti al centro dei processi decisionali;
- si adotti un approccio democratico al progresso e una sostenibilità basata sui diritti umani che includa misure speciali per la tutela dei gruppi sociali vulnerabili e svantaggiati.
“Il XXI secolo dovrà essere la nuova era di cooperazione globale dove le nazioni e le comunità lavoreranno insieme per raggiungere un futuro sostenibile con emissioni a impatto zero”.