Le temperature oceaniche rilevate da una spedizione scientifica effettuata 135 anni fa e i dati delle misurazioni moderne confermano che il riscaldamento globale è determinato da cause antropiche
(Rinnovabili.it) – E se qualcuno è ancora scettico del fatto che l’attività umana abbia avuto un notevole influsso sul clima terrestre, ecco arrivare una nuova conferma da uno studio condotto dalla Nasa e dall’Università della Tasmania.
La particolarità, questa volta, è che la ricerca si basa su dati delle temperature oceaniche risalenti a ben 135 anni fa, quando la spedizione della nave HMS Challenger effettuava il primo studio scientifico sulla vita sotto la superficie dell’oceano. La tecnica di misurazione delle temperature era semplice ma non priva di incertezze: l’equipaggio calava con delle corde i termometri per centinaia di metri. Mettendo insieme i dati raccolti durante il viaggio della Challenger con le moderne misurazioni, i ricercatori sono riusciti ad ottenere un quadro di come gli oceani siano cambiati dal 1878.
«La chiave di questa ricerca – spiega Josh Willis, climatologo della NASA – è stata quella di determinare il grado di incertezza delle misurazioni fatte dall’equipaggio della Challenger. È poi emerso che il tasso di riscaldamento rilevato negli oceani è di gran lunga superiore al livello di incertezza delle misurazioni. Così, se l’incertezza era grande, il segnale di riscaldamento rilevato è stato di gran lunga maggiore».
Gli scienziati australiani e statunitensi hanno in questo modo rilevato che il riscaldamento del pianeta può essere chiaramente individuato a partire dal 1878 e che gli oceani continuano ad assorbire la maggior parte di questo calore. Will Hobbs, ricercatore dell’Università della Tasmania ha affermato: “Attualmente gli scienziati stimano che gli oceani assorbono oltre il 90 per cento del calore intrappolato dai gas serra ed attribuiscono il riscaldamento globale a cause antropiche”.