(Rinnovabili.it) – Con molta probabilità il livello del mare aumenterà di 20-60 cm nei prossimi anni. No, non si tratta di uno di quegli ultimatum ambientali per spronare all’azione climatica prima che sia troppo tardi. Purtroppo per la Terra, la previsione in questione rappresenta una sorte pressoché ineluttabile, di cui siamo i diretti responsabili.
Secondo gli scienziati del Potsdam Institute for Climate Impact Research, in Germania, i gas serra rilasciati fino ad oggi in atmosfera garantiranno una sicura crescita dei livelli marini a prescindere da qualsiasi impegno o strategia applicheremo nel futuro a breve termine. Crescita che potrebbe sembrarci inconsistente ma che di fatto non lo è per chi vive sulle coste o per il futuro di Kiribati o delle Maldive, dove quasi tutti le isole hanno un’altezza media inferiore al metro.
“Con tutti i serra-gas che abbiamo già emesso, non possiamo fermare completamente l’aumento dei mari – spiega Anders Levermann, co-autore dello studio – tuttavia siamo ancora in grado di limitare sensibilmente il tasso di crescita”.
Come è possibile? Per Levermann non ci sono altre alternative: scrivendo la parola fine nell’uso di combustibili fossili. Se l’azione climatica dovesse ritardare ulteriormente, secondo gli scienziati entro la fine del secolo si potrebbero raggiungere addirittura i 130 cm di aumento.
Come valutare l’aumento del livello del mare
Per determinare il futuro innalzamento del livello del mare, gli scienziati hanno combinato due approcci: le simulazioni al computer basate sui processi che sommano il contributo dello scioglimento dei ghiacciai, la perdita di massa dello strato di ghiaccio e la dilatazione termica dell’acqua, e le tradizionali analisi statistiche.
“Il nostro strumento di predizione è progettato in modo da adattarsi sia alle osservazioni del passato che ai processi fisici a lungo termine dei vari elementi del sistema Terra”, aggiunge il collega Matthias Mengel. “Ma cosa ancor più importante, il nostro metodo di calcolo è veloce e facile da riprodurre”.
La valutazione condotta nelle stanze del Potsdam Institute conferma inoltre i risultati di un secondo studio, pubblicato di recente sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti: la velocità di innalzamento dei mari del XX secolo è stata più rapida di quanto sia avvenuto negli ultimi 2 millenni.
E anche se nel migliore dei casi la crescita futura dovesse essere contenuta, concludono Mengel e Levermann rappresenterebbe comunque una sfida. Sfida di sicuro, però, meno costosa da affrontare rispetto a un innalzamento senza controllo.
“Se il mondo vuole evitare maggiori perdite e danni, dobbiamo seguire rapidamente il percorso tracciato dal vertice sul clima delle Nazioni Unite a Parigi”.