Nonostante la contrarietà dei cittadini e diversi Stati membri, il 6 giugno il Comitato fitosanitario tenterà l’autorizzazione in extremis dell'erbicida
(Rinnovabili.it) – Sarà l’ultimo assalto, forse quello decisivo. La battaglia sul rinnovo dell’autorizzazione europea per il glifosato verrà deciso in una riunione straordinaria del Comitato fitosanitario permanente il prossimo lunedì 6 giugno. Le grandi imprese dell’agrochimica che commercializzano questa sostanza attiva presente in centinaia di erbicidi non si rassegnano all’idea di perdere la base di un business da decine di miliardi di euro. Così, dopo due riunioni andate a vuoto per l’incapacità di raggiungere una maggioranza qualificata, gli Stati membri tenteranno nuovamente di raggiungere l’accordo. Il 30 giugno scade l’autorizzazione all’uso e alla vendita del glifosato nell’Unione europea: senza un rinnovo, la sostanza potrà essere acquistata per un periodo transitorio di sei mesi. Poi, l’utilizzo sarà consentito per un altro anno prima del definitivo calo del sipario.
La riunione del Comitato fitosanitario è un fuori programma che rinfocola i sospetti delle organizzazioni ambientaliste e del mondo del biologico, sulle barricate da mesi contro l’estensione del permesso per il glifosato. Una battaglia cominciata oltre un anno fa, quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo ha classificato come «probabile cancerogeno per l’uomo».
Per arginare gli effetti di questa pesante valutazione, l’industria ha messo in campo ogni contromisura. Nel novembre 2015, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha emesso un parere di segno contrario, che ha indignato l’opinione pubblica e centinaia di scienziati, dal momento che si basava su ricerche delle imprese che non sono state rese pubbliche. Il conflitto si è inasprito il 16 maggio, quando il Joint Meeting on Pesticides Residues (JMPR) – un panel di esperti interni alla FAO e all’OMS – ha dichiarato quanto segue: «È improbabile che l’esposizione tramite la dieta al glifosato ponga un rischio cancerogeno per l’uomo».
Ma anche qui grava il sospetto del conflitto di interessi: alcuni membri del panel sono legati, infatti, all’International Life Sciences Institute (ILSI), ente no profit finanziato da numerose aziende chimiche, farmaceutiche e dell’agroalimentare. Nel consiglio di amministrazione dell’ILSI siedono, tra gli altri, dirigenti di Monsanto, Syngenta, DuPont e Nestlé.
Nemmeno questo tentativo di gettare discredito sulla decisione della IARC ha avuto effetto. Il Comitato di esperti europei non è riuscito, due giorni dopo, a trovare la maggioranza.
La nuova proposta, con cui la Commissione europea tenta di raggiungere l’ultimo compromesso possibile, è di estendere l’autorizzazione per un anno solo, senza restrizioni, in attesa della valutazione dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).
Venerdì scorso, l’Assemblea dei medici tedeschi ha invitato Berlino e la Commissione europea ad opporsi al rinnovo in nome del principio di precauzione.