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Glifosato: nel mondo arrivano i primi divieti

Glifosato nel mondo arrivano i primi divieti

 

(Rinnovabili.it) – La sentenza dell’OMS che ha definito il glifosato «probabilmente cancerogeno per l’uomo» potrebbe essere l’ultimo chiodo nella bara per l’erbicida Roundup prodotto dalla Monsanto. Da quel momento, infatti, un’ondata di indignazione si è levata in tutto il mondo, tanto che molte nazioni sono state costrette a metter mano ai regolamenti o subire class action e denunce da parte dei cittadini. La stessa Monsanto ha visto crescere il numero di cause legali intentategli dalla società civile. Si aprono scenari fino a ieri inattesi, tra i quali c’è anche il possibile tramonto di uno dei principi attivi più utilizzati nell’agricoltura intensiva promossa dalle multinazionali di tutto il mondo. La panoramica globale di questi attacchi al glifosato è apparsa sulla pagina dell’Institute of Science in Society, a cura della dottoressa Eva Sirinathsinghji, scienziata che lavora nell’istituto facendo ricerca sugli OGM. Ecco la reazione a catena innescata dalla sentenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

 

Nazioni che hanno vietato il glifosato

Colombia. Il governo ha deciso di sospendere l’irrorazione delle piantagioni illegali di cocaina e quelle di papaveri, mettendo fine ad una guerra alla droga con il glifosato sostenuta dagli Stati Uniti, che però non ha dato alcun effetto, se non quello di uccidere gli innocenti contadini dei dintorni. Un divieto che dovrebbe entrare in vigore nel giro di poche settimane, a seguito di un voto del Consiglio Nazionale Narcotici che ha fatto registrare una maggioranza di 7 a 1 in favore del divieto. Il giorno prima del voto, l’Associazione Interamericana per la Difesa Ambientale (AIDA) ha consegnato 24 mila firme al Ministro della Giustizia – che presiede anche il Consiglio Narcotici – per spingere questa decisione.

 

Bermuda. Il territorio britannico nell’Atlantico ha vietato le importazioni di glifosato con effetto immediato a seguito della valutazione dell’OMS. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Jeanne Atherden, la cui decisione è stata sostenuta dagli agricoltori locali.

 

Sri Lanka. È l’ultimo Paese, in ordine di tempo, a proibire l’erbicida. La decisione è arrivata con l’elezione del nuovo presidente, ex contadino ed ex ministro della Salute, Maithripala Sirisena.  La decisione arriva sull’onda dell’epidemia di malattia renale cronica. Un fatto che evidenzia come la tossicità del glifosato non si limiti alla cancerogenicità. Il governo sta pagando l’assistenza sanitaria ad oltre 25 mila cittadini e fornisce loro acqua potabile.

 

Glifosato nel mondo arrivano i primi divieti

 

Nazioni vicine al divieto, proteste e richieste di moratoria

Brasile. Si trova ad affrontare una crescente pressione, con il Pubblico ministero che ha scritto una lettera alla Agenzia di Sorveglianza nazionale sulla Salute (ANVISA), invitandola urgentemente a rivalutare la sua posizione sul glifosato e a revocare le autorizzazioni sulle colture OGM resistenti all’erbicida.

 

Argentina. 30 mila operatori sanitari appartenenti al Sindacato dei medici e professionisti della salute (FESPROSA) si sono schierati a sostegno della decisione dell’OMS, sostenendo che il glifosato «non solo provoca il cancro. È anche associata ad un aumento aborti spontanei, difetti di nascita, malattie della pelle, delle vie respiratorie e malattie neurologiche».

Allo stesso modo, la Società di Ematologia-Oncologia Pediatrica (SAHOP) ha rilasciato una dichiarazione, firmata dal Presidente Pedro Zubizarreta, che chiede il divieto immediato di irrorazione del glifosato. Viene contestato l’uso massiccio e in continuo aumento di prodotti tossici in agricoltura, venduti come «innovazioni tecnologiche».

 

Glifosato nel mondo arrivano i primi divietiUnione Europea. La Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente (ISDE), presente in 27 Paesi, ha scritto ai funzionari del Parlamento Europeo e della Commissione per chiedere il divieto immediato dell’erbicida e di altri insetticidi giudicati cancerogeni dall’OMS.

La procedura di rivalutazione dovrebbe essere conclusa entro la fine dell’anno, tuttavia il processo è inquinato dalla presenza di lobby della chimica nei panel scientifici che producono gli studi di impatto. Gli attivisti dovranno lavorare sodo se vorranno ottenere una valutazione finale onesta.

 

Germania. I ministri dei Länder tedeschi per la protezione dei consumatori hanno chiesto al governo centrale di vietare le forniture e l’utilizzo del glifosato da parte dei privati sulla base del principio di precauzione.

 

Svizzera. Le grandi catene di supermercati presto vieteranno i prodotti contenenti glifosato.

 

Danimarca. L’autority per l’Ambiente di lavoro ha fatto propria la definizione dell’OMS, dichiarando il glifosato cancerogeno. Di conseguenza, dovrebbe passare a sostanze chimiche alternative.

 

Stati Uniti. Un gruppo di cittadini di Los Angeles ha fatto causa alla Monsanto, contestandole la falsificazione delle richieste di sicurezza ottenute dal Roundup. Non interverrebbe su un solo enzima, ma interromperebbe la funzione di molti altri.

 

Cina. Tre cittadini hanno querelato il Ministero dell’Agricoltura perché non rende pubblico il rapporto tossicologico che 27 anni fa autorizzò l’utilizzo del glifosato nel Paese. Nel 1988, esso venne fornito al governo direttamente da Monsanto.

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