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Glifosato oltre i limiti di legge nel corpo del 75% dei tedeschi

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(Rinnovabili.it) – Mentre il Comitato fitosanitario permanente dell’Unione europea si appresta a rinnovare l’autorizzazione per l’uso e la vendita del glifosato fino al 2031, una ricerca della Fondazione Heinrich Böll rivela che tre quarti dei tedeschi sono stati contaminati da questa sostanza.

Il glifosato può entrare nel corpo attraverso il cibo o l’acqua potabile, spiega il rapporto, che ha analizzato i residui nelle urine di diserbanti ottenuti a partire da questo principio attivo. Le conclusioni sono allarmanti: il 75% del campione presentava livelli 5 volte superiore ai limiti di legge per la concentrazione nell’acqua potabile. Per un terzo, invece, la quantità di glifosato eccedeva la soglia tra le 10 e le 42 volte.

Residui di questa sostanza sono stati trovati, in totale, nel 99,6% delle 2.009 persone monitorate dallo studio. I valori più significativi sono stati trovati in bambini di età compresa tra 0 e 9 anni e negli adolescenti tra i 10 e i 19. Le situazioni più preoccupanti riguardavano individui cresciuti nelle aziende agricole. Nessuna sensibile differenza è stata riscontrata tra mangiatori di carne, vegetariani o vegani.

 

Glifosato oltre i limiti di legge nel corpo del 75 dei tedeschiIl presidente dell’Agenzia federale per l’ambiente (UBA), Maria Krautzberger, non è sorpresa dai risultati dello studio e sottolinea che la sua agenzia ha registrato risultati simili in una propria indagine su scala ridotta. L’UBA sostiene che una sostanza «probabilmente cancerogena» non dovrebbe essere autorizzata dal diritto comunitario.

Ma questa opinione si basa sul parere dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’Istituto federale di valutazione del rischio (BfR), che valuta per l’Europa la tossicità delle sostanze, ha raggiunto conclusioni opposte. Su questa scia, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ha dato il suo parere positivo al rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato, che scadrebbe a giugno. Tutto quel che ha concesso è l’istituzione di una dose acuta di riferimento (ARfD) per pari a 0,5 mg per kg di peso corporeo. Il livello di esposizione dell’operatore (AOEL) è stato fissato a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno, mentre la dose giornaliera accettabile (ADI) per i consumatori è in linea con la soglia ARfD: 0,5 mg/kg di peso corporeo al giorno.

 

Tuttavia, per dare il consenso al glifosato, gli esperti europei si sono basati su ricerche condotte dalle stesse aziende chimiche che beneficerebbero di un prolungamento dell’autorizzazione. E che siedono negli stessi panel scientifici che portano avanti queste valutazioni. Un sistema zeppo di conflitti di interessi, che ha indignato numerosi scienziati internazionali, il mondo dei consumatori e dell’ambientalismo. Finora, tuttavia, né l’esecutivo europeo, né i governi nazionali – come l’Italia – hanno pensato di vietare questa pericolosa sostanza. La Francia ha dichiarato, per bocca del ministro dell’Ecologia Ségolène Royal, che il rappresentante del Paese dentro il Comitato fitosanitario esprimerà parere negativo nel voto cruciale di oggi. Due tweet, uno del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, e uno del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, hanno annunciato che il nostro Paese negherà l’autorizzazione. L’Italia è uno dei maggiori utilizzatori dell’erbicida, che è incluso nel Piano Agricolo Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Tutti i Piani regionali per lo Sviluppo Rurale, finanziano l’agricoltura integrata e conservativa, e perciò ne possono incentivare l’utilizzo.

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