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Glifosato non cancerogeno: l’Agenzia ambientale USA contraddice nuovamente l’OMS

L'Enviromental Protection Agency ha confermato l'opinione espressa già nel 2017 riguardo l'utilizzo del glifosato.

glifosato roundupStati Uniti e Brasile sostengono la non pericolosità del glifosato; il Vietnam lo vieta mentre la Francia programma l’abbandono entro il 2021

 

(Rinnovabili.it) – L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti (EPA) ha decretato il glifosato non cancerogeno: la decisione è stata promulgata martedì scorso e riafferma la posizione che l’EPA aveva già assunto nel 2017, in contraddizione con l’opinione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di appena due anni prima.

“L’EPA continua a sostenere che non ci siano rischi alla pubblica salute quando il glifosato è usato in accordo con le indicazioni presente sull’etichetta e che il glifosato non è cancerogeno”. si legge in una nota dell’Agenzia statunitense.

 

Il glifosato è un agente chimico utilizzato nella grande maggioranza dei diserbanti diffusi sul mercato di tutto il mondo. Negli Stati Uniti, il più diffuso pesticida è il Roundup, prodotto dalla Bayern – Monsanto e utilizzato largamente nel settore agricolo, ma anche in quello privato o ricreativo (come ad esempio nei campi da golf).

 

La Monsanto, acquisita dalla tedesca Bayern lo scorso anno per 63 miliardi di dollari, sta affrontando migliaia di cause legali intentate da utilizzatori dei suoi pesticidi a base di glifosato: negli ultimi mesi, due tribunali della California hanno riconosciuto il ruolo determinante dell’uso del Roundup nell’insorgere del cancro in due agricoltori e hanno imposto alla Bayern – Monsanto di risarcirli con circa 80 milioni di dollari ciascuno.

 

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L’EPA, nel 2017, aveva già classificato il glifosato come probabilmente non cancerogeno per gli esseri umani, anche se aveva identificato un eventuale rischio ambientale nell’uso eccessivo di pesticidi a base di glifosato proponendo misure per limitarne l’uso e per evitare che le piante infestanti sviluppassero resistenza ai diserbanti. Una decisione in controtendenza con quanto suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, nel 2015, aveva definito il glifosato come “probabilmente cancerogeno per gli esseri umani”.

 

Sulla questione esiste al momento una grande varietà di posizioni: lo scorso febbraio, l’Agenzia per la salute pubblica del Brasile (Anvisa) ha classificato il glifosato non cancerogeno, il linea con la scelta statunitense; nello stesso periodo, il Vietnam ha rimosso l’agente chimico dalla lista delle sostanze autorizzate nel Paese, determinando di fatto il blocco delle importazioni di pesticidi. In Francia, il Ministro dell’Ambiente François de Rugy ha annunciato misure per abbandonare i pesticidi a base di glifosato entro il 2020 e per dimezzare l’utilizzo di prodotti fitosanitari entro il 2025.

 

L’Unione europea, nel 2017, ha rinnovato la concessione all’uso del glifosato fino al 2022, ma nel frattempo ha incaricato 4 Paesi comunitari (Francia, Ungheria, Olanda e Svezia) di guidare le indagini finalizzate a stendere un report sull’effettiva pericolosità del prodotto in ottica di un’eventuale revisione della concessione.

 

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