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Glifosato: l’Europa rinnova l’autorizzazione?

Glifosato l'Europa rinnova l'autorizzazione

 

(Rinnovabili.it) – L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso la sua valutazione sul glifosato, dichiarando che «è improbabile che rappresenti un rischio cancerogeno per gli umani». La Commissione europea si baserà su questa indagine per decidere se mantenere o meno questa sostanza nella sua lista delle sostanze attive, mentre gli Stati membri vi faranno riferimento per rivalutare la sicurezza dei prodotti pesticidi contenenti glifosato che vengono utilizzati nei loro territori. Dati i risultati pubblicati dall’EFSA, è altamente improbabile che vengano poste moratorie o divieti.

La revisione dell’autorizzazione ha visto al lavoro un panel composto da scienziati dell’Autorità e rappresentanti di organismi di valutazione del rischio negli Stati membri dell’Ue. Questo lavoro ha portato a stabilire una dose acuta di riferimento (ARfD) per il glifosato pari a 0,5 mg per kg di peso corporeo. Oltre a introdurre questo parametro, la revisione ha proposto altre soglie di sicurezza tossicologica che i valutatori del rischio potrebbero considerare: il livello di esposizione dell’operatore (AOEL) è stato fissato a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno, mentre la dose giornaliera accettabile (ADI) per i consumatori è in linea con la soglia dell’ARfD: 0,5 mg/kg di peso corporeo al giorno. L’EFSA utilizzerà i nuovi limiti tossicologici durante la sua revisione dei livelli massimi di residui di glifosato negli alimenti, che sarà effettuata in collaborazione con gli Stati membri nel 2016.

 

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Jose Tarazona, capo dell’Unità Pesticidi dell’EFSA, reputa «esaustivo» il processo di valutazione, sottolineando «che ha preso in considerazione un gran numero di nuovi studi e dati. Con l’introduzione di una dose acuta di riferimento, stiamo ulteriormente restringendo il sistema con cui i potenziali rischi del glifosato verranno stimati in futuro. Per quanto riguarda la cancerogenicità, è improbabile che questa sostanza sia cancerogena».

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Jose Tarazona, capo Unità Pesticidi EFSA

La valutazione va dunque in direzione opposta rispetto a quella dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che lo scorso marzo ha definito il glifosato «probabilmente cancerogeno per l’uomo». Pur avendo preso in considerazione anche la pubblicazione dell’Oms, l’EFSA spiega questa radicale differenza di vedute scrivendo in un comunicato che la sua valutazione ha considerato «un certo numero di studi non valutato dall’IARC, che è uno dei motivi per cui sono state raggiunte conclusioni diverse». In pratica, l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms avrebbe sbagliato, secondo l’Autorità europea. Ma questa spiegazione rischia di non avere effetto sull’opinione pubblica, preoccupata dell’impatto negativo che il Roundup della Monsanto e altri pesticidi ed erbicidi stanno avendo sulla salute delle persone. Anche la fiducia nell’Autorità europea per la sicurezza alimentare potrebbe raggiungere i minimi livelli. In passato, più di una denuncia è venuta dai watchdog della società civile riguardo ai conflitti di interesse presenti all’interno del gruppo di esperti, con molti legami evidenziati con l’industria.

Inoltre, a livello mondiale sta esplodendo una contestazione nei confronti delle autorità pubbliche che hanno permesso l’impiego e la vendita dei diserbanti Monsanto, tanto che negli Stati Uniti è partita una class action con centinaia di denunce piovute sulla multinazionale degli OGM negli ultimi mesi.

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