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Glifosato, Commissione UE: rinnovo di 10 anni è punto di partenza

Glifosato

 

(Rinnovabili.it) – Gli scandali legati alle ingerenze dell’agribusiness nelle pubblicazioni scientifiche sulla cancerogenicità e genotossicità del glifosato, non hanno scalfito l’industria dei pesticidi neppure in superficie. E non hanno neanche creato qualche incertezza in seno all’Unione europea, in merito al rinnovo della licenza al celebre erbicida. Al contrario, dopo il parere dell’Echa, l’Agenzia UE per le sostanze chimiche che a marzo 2017 si è espressa a favore della non cancerogenicità del glifosato, la Commissione sembra più decisa. L’ipotesi sul tavolo è una proroga di ben 10 anni, considerata dall’esecutivo UE un buon “punto di partenza” per le trattative con gli Stati membri  rispetto alla proposta originaria, ossia 15 anni.

 

 

Licenza glifosato, sette mesi per decidere

La conferma arriva direttamente da un funzionario europeo a Euractiv, dopo la nota  pubblicata da Bruxelles. I servizi media della UE, infatti, hanno riferito ieri che il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis ha informato il collegio sullo stato dei lavori per la “questione glifosato”, ottenendo il via libera per “riprendere le discussioni con gli Stati membri circa un eventuale rinnovo della licenza per 10 anni”.

 

Bruxelles dovrà decidere entro il 31 dicembre 2017, termine fissato dopo l’impasse del 2016: lo scorso anno, senza ancora il parere dell’Echa a pararle le spalle e i Ventotto sfilatisi dalla decisione con una serie di votazioni nulle, la Commissione si è vista costretta ad adottato una soluzione “di compromesso”. Un tentativo in extremis per prendere tempo e cercare di compattare i ventotto sulla risoluzione finale. Sì perché, come sottolineato dalla portavoce Anca Paduraru a Euractiv, la decisione dovrà essere presa dagli Stati membri. “Il glifosato non è un caso di routine […] 10 anni è un punto di partenza per il dibattito e quindi spetta agli Stati membri decidere”.

 

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Paduraru ha anche tenuto a ricordare che l’esecutivo europeo ha preso in considerazione le ultime ricerche scientifiche, in particolare la conclusione del comitato di valutazione rischi da parte dell’Echa, che conferma il parere già espresso dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), della “non cancerogenicità”. Peccato che entrambi gli enti – come rivelato dall’indagine “Glyphosate and cancer: Buying science” – per le loro valutazioni si affidino a studi mantenuti segreti dagli stesse agenzie o a recensioni scientifiche sostenute, in un modo o nell’altro, dall’industria dei pesticidi.

A differenza  di Efsa ed Echa, l’Agenzia di ricerca sul cancro (IARC)- che non impiega questi questi articoli di revisione – il 20 marzo 2015 ha reso pubblico un documento che definisce l’erbicida come “probabile cancerogeno per l’uomo”, classificandolo nel gruppo 2A in relazione alla pericolosità per la salute umana. Dal documento emerge una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosato e il linfoma non-Hodgking, evidenziando anche un’azione di “interferente endocrino”.

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