(Rinnovabili.it) – Le compagnie aeree statunitensi hanno intentanto una causa contro l’Unione europea. La ragione sarebbe da ricollegare all’entrata in vigore, lo scorso primo gennaio, dell’ETS dedicato all’aviazione, che obbliga le compagnie che effettuano atteraggi o decolli in aeropeorti europei a corrispondere una tassa di compensazione per l’anidride carbonica emessa. L’accusa formulata, ha annunciato ieri la Airlines for Americ (A4A), rimanda alla violazione dei trattati internazionali specificando che solo la International Civil Aviation Organisation (ICAO) ha i poteri per imporre un tale regime fiscale. L’Unione ha già risposto specificando che nessuna regola verrà modificata fino a quando con l’ICAO non si riuscirà a definire un trattato globale vincolante.
“La nostra azione legale è stata fondamentale nel portare alla luce che il sistema ETS viola il diritto internazionale ed è un onere in denaro esorbitante, questi ora sono i punti chiave per una opposizione unificata del governo contro il regime”, ha dichiarato il presidente e chief executive della A4A Nicholas Calio.
Per trovare una soluzione al problema forse una svolta potrà venire dai colloqui con il commissario Ue per il Clima Connie Hedeegard, che questa settimana si trova a Washington proprio per affrontare le criticità legate al malcontento generato dal regime di tassazione. Per il momento l’ETS ha un costo minimo per le compagnie, ammontare che potrebbe però crescere nel tempo arrivando ad un totale di 9 miliardi di euro totali nel 2020.
Come gli Stati Uniti anche la Cina, l’India e numerosi altri paesi extraeuropei stanno lamentando le conseguenze economiche per le compagnie aeree minacciando ripercussioni sul traffico aereo da e per l’Europa.