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Gli insegnamenti di Massimo Scalia

"Mercoledì 13 dicembre al mattino apprendo, sconvolto, che il professore Massimo Scalia, tra le maggiori figure nel campo dell’ambientalismo italiano, è venuto improvvisamente a mancare a causa di uno sciagurato incidente stradale", scrive Gianni Girotto, Coordinatore del Comitato Transizione Ecologica - Movimento 5 Stelle

Massimo Scalia

di Gianni Girotto

Mercoledì 13 dicembre al mattino apprendo, sconvolto, che il professore Massimo Scalia, tra le maggiori figure nel campo dell’ambientalismo italiano, è venuto improvvisamente a mancare a causa di uno sciagurato incidente stradale.

Io conobbi Massimo nel 2014, quando, nell’ambito delle mie attività parlamentari, iniziai ad affrontare il pesantissimo, immenso, lascito nucleare dei “rifiuti radioattivi” e della loro gestione, materia su cui egli era molto, molto competente. Da allora ci siamo confrontati moltissime volte sulla tematica specifica, sull’energia nucleare in generale e ancor più in generale sulle varie tematiche ambientali, e lui apportava sempre una significativa quantità di dati scientifici a supporto delle sue argomentazioni. E ciò dovrebbe essere normale, ma la decadenza morale e culturale di larga parte d’Italia ha reso troppe persone più sensibili alla “pancia” e agli slogan che agli studi e riflessioni seride e che richiedono più tempo per essere capite, e questa è uno di quegli elementi di quel circolo vizioso in cui siamo ancora immersi.

Ora, capiamoci bene, ogni morte è una tragedia, a prescindere dall’età e delle qualità personali di chi ci lascia, ma credo saremmo degli ipocriti a dire che tutte le persone hanno le medesime qualità.

E Massimo di qualità ne aveva tante, e per carità conosco diverse persone che hanno tante ottime qualità, ma facendo mia la “parabola dei talenti”, io credo che la cosa più importante non sia quanti se ne hanno, ma quanto e a che fine vengano usati. E nel caso di Massimo sono convinto che in lui, tali talenti non si sono limitati ad essere “potenzialità” inespresse, ma al contrario lo hanno portato a FARE, fare moltissimo. Massimo infatti, e questa per fortuna è storia pubblica e incontrovertibile, ha fatto tante cose sia prima come cittadino e professore, poi come Parlamentare, poi ritornato cittadino e professore ha proseguito a fare, con grande energia e passione, riscontrabili nei suoi memorabili toni schietti e accesi duranti i dibattiti, sino al momento della sua prematura scomparsa. 

E la quantità e la qualità delle cose che faceva è stata tale che non credo di essere in errore se affermo che ora la sua scomparsa apre un grosso “vuoto” nel Paese.

Ora come sempre possiamo scegliere se far tesoro dei suoi insegnamenti oppure dimenticarlo; io scelgo la prima opzione, e pertanto tenterò di rilanciare alcuni messaggi, alcuni contenuti, di Massimo, partendo dalla cosa che più mi sembra significativa nel suo “modus operandi”. E cioè il messaggio che Massimo trasmetteva “urbi et orbi” della necessità, per contrastare la “cattiva politica”, la “cattiva società”, e le loro azioni, che la “buona” politica” e la “buona società” devono unirsi e fare massa critica, altrimenti i “cattivi” seppure inferiori come numero assoluto, ma spesso dotati di grandissimi mezzi finanziari, vinceranno.

Questa infatti Massimo, io e moltissimi altri, osserviamo essere la situazione attuale; un tutto sommato non enorme numero di soggetti, che però negli scorsi decenni ha accumulato una concentrazione di denaro immensa, ed ora lo usa per perpetuare il più possibile tale situazione di oligopolio spinto, anche e sopratutto per mezzo del controllo di giornali/radio/Tv. E con tale controllo, vuoi diretto vuoi indiretto, sta di fatto rallentando pesantemente la Transizione Ecologica, forte dei guadagni miliardari che lo status quo attuale gli permette, e che non vuole rischiare di perdere nel passaggio ad un nuovo modo di fare energia, industria, agricoltura, mobilità ecc. ecc.

Massimo pertanto aveva capito che per fronteggiare una tale “potenza di fuoco”, è necessario contrastare una delle grandi strategie politiche e sociali che vengono messe in atto da millenni da chi ha il potere: quella del “divide et impera”.

Non a caso tra le sue ultime azioni vi era stato “l’appello” pubblico, lanciato da lui e da altri storici ambientalisti italiani, nei confronti di M5S e PD, affinche questi mettano da parte le loro differenze e si uniscano su una serie di battaglie che sono obiettivamente comuni, sia in materie eterogenee, che nella grande operazione di Transizione Ecologica che siamo chiamati a fare.

Il M5S in tale occasione, tramite il suo Presidente Giuseppe Conte, aveva immediatamente risposto a tale appello, e aveva fissato prontamente la data per un incontro “in presenza” a Roma, a settembre.  Io mi ero recato proprio a Roma per presenziare, nel mio ruolo di Coordinatore del Comitato per la Transizione Ecologica e con delega all’energia, ma il destino beffardo ha voluto allora che problemi di salute di alcuni dei relatori facessero annullare l’incontro, e in questi giorni che lo si stava ricalendarizzando ci ha privato di uno dei suoi esponenti. Però io mi dichiaro disponibile sin da ora a proseguire, e non appena i promotori di tale iniziativa (Gianni Mattioli, Vincenzo Naso, Gianni Silvestrini) saranno disponibili, potremo procedere nella speranza che frattempo anche il PD voglia accogliere la loro richiesta.

Gli incontri, le parole, pertanto, sono la prima fase, necessaria, di fare buona politica, ma poi devono seguire ovviamente azioni coerenti. Massimo su questo è stato un esempio, io lo ricorderò non tanto e non solo per le sue parole, ma soprattutto per le sue azioni concrete. 

Personalmente mi sto già impegnando e mi impegnerò ancora di più in tal senso, e faccio mio e rilancio il suo appello nel chiamare ad unirsi tutte le forze che credono sia necessario compiere una transizione energetica che veda il più velocemente possibile Rinnovabili (diffuse)+Efficienza energetica prendere il posto delle Fossili, responsabili dell’emissione 75% dei GHG.

Sul Nucleare, grande “cruccio” di Massimo, faccio mie se non tutte, almeno la stragrande maggioranza delle sue posizioni, a partire dal fatto che le attuali tecnologie di fissione non sono sufficientemente sicure (e nemmeno economicamente convenienti). Sulle potenziali tecnologie future, vuoi fissione IV° generazione, vuoi Fusione, al di là degli enormi problemi tecnologici da risolvere – questione assolutamente non secondaria, anzi – nessuno discute la possibilità di studiare, ricercare, sperimentare. M5S ha sempre ribadito che non si fa marcia indietro sugli impegni internazionali presi da governi precedenti in tema di partecipazione al progetto comune di ricerca e sperimentazione sulla Fusione. Ma come ne era convinto Massimo e sono convinti moltissimi altri scienziati, le tecnologie del fotovoltaico, dell’eolico, del sempre valido idroelettrico sono tali per cui il loro impatto ambientale e il loro costo sono e saranno sempre minori delle altre tecnologie di produzione energetica. 

Anche in memoria di Massimo pertanto il M5S continuerà a lavorare per velocizzare la transizione energetica, parte fondamentale della transizione ecologica, unitamente alla salvaguardia della biodiversità e dell’assetto idrogeologico del nostro BelPaese e del globo tutto.