E’ passato un anno da quella maledetta notte che ha segnato, forse in modo indelebile, la vita di una delle perle del Mediterraneo: la stupenda Isola del Giglio.
Dodici lunghissimi mesi che non sono bastati a limare il senso di angoscia e di paura che tutta la popolazione locale, e chi ha avuto la fortuna di conoscere quel paradiso anche solo per qualche giorno, nutre per il futuro dell’isola. Un lungo anno che non è servito neanche a lenire il senso di rabbia generato dal disprezzo della vita umana e dalla conferma delle cause che hanno causato la sciagura: non c’è stato guasto tecnico, né errore umano, cioè un errore di valutazione o di distrazione di chi, impegnato responsabilmente nella sua mansione, può purtroppo compiere a causa di limitazioni fisiologiche.
Nella tragedia del Giglio, invece, di naturale non c’è stato proprio nulla.
L’unica causa ad oggi individuata, e su cui è incentrato il lavoro degli inquirenti, è la follia di un “sistema” e di chi scrupolosamente l’ha eseguito. Un sistema che elegge l’esibizionismo più insensato a scapito di basilari regole sulla sicurezza della navigazione e del rispetto delle vite umane. Insomma gli ingredienti sono quelli di una farsa paranoica che avrebbe anche del grottesco, nella sua completa assurdità, se non avesse causato un’immane tragedia umana ed ambientale. Quest’ultimo aspetto rimane una delle questioni ancora aperte. Nessuno è ancora in grado di definire in modo certo quelle che saranno le conseguenze reali sul delicato ecosistema dell’isola e le sue ripercussione su un’economia completamente basata sul turismo.
E mentre, per fortuna, viene confermata la situazione di gestione straordinaria anche oltre il 31 gennaio, le operazioni di rimozione del relitto, oggettivamente molto impegnative e prive di esperienze pregresse, sono in forte ritardo rispetto alle stime iniziali e si parla ormai del prossimo autunno.
Essendo il dibattito su come è stata gestita l’emergenza e su quali saranno le sue conseguenze, ancora molto aperto, sia in ambito istituzionale che tra l’opinione pubblica, abbiamo voluto conoscere il parere dei nostri lettori proponendo da oggi un sondaggio al quale vi chiediamo di rispondere, come al solito, numerosi. Quando tra pochi giorni conosceremo il suo esito potrete commentare i risultati, insieme a noi, sui social del quotidiano.
Si avvicina infine la data del processo. L’augurio è che questo terribile evento sia giudicato con obiettività e con estrema fermezza, nel rispetto delle 32 vittime, dei danni all’economia locale e, specialmente, per quelli ambientali.