(Rinnovabili.it) – Domani, 21 marzo, non è solo il primo giorno di primavera: è anche la Giornata delle Foreste, promossa dall’ONU. L’intenzione è rinsaldare il nesso che lega i “polmoni del pianeta” al clima. Le foreste, infatti, assorbono CO2 e contribuiscono a regolare il cambiamento climatico.
Uno studio appena pubblicato da 100 scienziati internazionali, coordinati dall’Università di Leeds, ha suonato l’allarme dopo aver raccolto dati per almeno 10 anni sullo stato delle piante in Amazzonia. Sembra che la loro vita media si stia drasticamente riducendo, e che presto non saranno più in grado di compensare la produzione di CO2 dell’America Latina. Questo potrebbe aumentare gli scompensi che già il global warming sta causando all’ecosistema globale.
Circa 1,31 miliardi di ettari di superficie forestale (circa un terzo di tutta la copertura mondiale), secondo i dati ONU (aggiornati da uno studio statunitense), viene classificata come territorio forestale intatto. Il 50% si trova nelle zone polari, il 46% in quelle equatoriali e il 3% nelle zone temperate. Il sistema forestale supporta la vita di circa 1.6 miliardi di persone al mondo. Di queste, 300 milioni vivono proprio nelle foreste e 60 milioni sono indigeni.
Tredici milioni di ettari di foreste vengono distrutti ogni anno secondo le Nazioni Unite: gran parte sono destinati all’agricoltura intensiva. È una distruzione che coinvolge l’80% delle specie animali e vegetali esistenti sul Pianeta. Le perdite maggiori dell’ultimo decennio hanno colpito le foreste tropicali del Sud-America e dell’Africa, uccidendo o confinando intere specie animali in porzioni frammentate del proprio habitat naturale. Gli orsi andini sono diminuiti del 30% in trent’anni e oggi si contano meno di 20.000 esemplari in natura. Unica specie di orso sudamericano esistente, il suo habitat viene distrutto per far posto a coltivazioni estensive, ma vengono anche catturati i piccoli rimasti orfani dei genitori uccisi a causa delle predazioni. Non va meglio al lemure catta, una delle 70 specie di lemure viventi solo in Madagascar. Il suo habitat forestale è diminuito del 90% la foresta pluviale originaria. Qui il sistema è collaudato: “taglia e brucia”, per far posto alle coltivazioni di riso.
Il WWF, per l’International Day of Forests, ha preparato una campagna virale sui social con vignette, grafici e immagini delle foreste più belle del pianeta, da condividere con l’hashtag #forestday.
«Gli alberi hanno la capacità di trasferire enormi quantità di acqua dal suolo all’atmosfera, attraverso il meccanismo della traspirazione – dichiara Gianfranco Bologna, direttore scientifico di WWF Italia – Sono ben 20 i miliardi di tonnellate di acqua che ogni giorno vengono utilizzate nei fenomeni di traspirazione: il volume del Rio delle Amazzoni. La deforestazione mette a rischio tutto questo affascinante e complesso sistema, con una drastica riduzione dei meccanismi di evapotraspirazione, alterazione nella formazione delle nubi, nella dinamica delle precipitazioni e nei prolungamenti delle stagioni secche con diffusione dei processi di aridificazione in diverse aree amazzoniche. La deforestazione e la degradazione degli ambienti forestali sono responsabili globalmente di circa il 20% delle emissioni di gas serra. Più tardi interveniamo, più si allontana la probabilità di ridurre gli impatti del clima sugli habitat e sulle specie, così come le conseguenze per molte popolazioni».