(Rinnovabili.it) – Ogni volta che il nostro cibo raggiunge, per un motivo o per l’altro, il cestino della spazzatura, si porta con sé una catena di impatti su, risorse naturali, biodiversità e clima. Lo spreco alimentare è in grado di innescare a livello ambientale un vero e proprio circolo vizioso con ricadute ecologiche più grandi di quanto si possa pensare. A ricordarci perché un alimento buttato non sia solo un gesto di noncuranza è la Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare, l’evento di sensibilizzazione creato lo scorso anno dal Ministero dell’Ambiente. Nella sua seconda edizione, la Giornata torna a metterci sotto gli occhi un problema dai più ancora sottovalutato; secondo il rapporto “Food wastage footprint. Impacts on natural resources” realizzato dal Dipartimento di gestione ambientale e delle risorse naturali della FAO, il cibo prodotto e non consumato possiede un’impronta di carbonio considerevole, pari a 3.3 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno. “E’ un circolo vizioso – spiega il WWF – perché, secondo studi recenti, il cambiamento climatico a sua volta potrebbe ridurre la produttività agricola, diminuendo le disponibilità alimentari globali e danneggiando le popolazioni più povere e le famiglie che basano il proprio reddito sulle colture, l’allevamento del bestiame e la pesca”.
Lo spreco alimentare possiede anche una rilevante impronta ecologica: sprecare derrate significa perdere circa 250 km cubici d’acqua l’anno, mentre si occupano 1.4 miliardi di ettari di terra. “La perdita di terra, acqua e biodiversità attribuibile allo spreco alimentare come anche gli impatti negativi da esso provocati sul cambiamento climatico rappresentano un costo elevato per l’intera società non ancora ben quantificato”, prosegue il WWF. Si calcola che il diretto costo economico dello si aggiri intorno ai 750 miliardi di dollari, una cifra equivalente al PIL della Svizzera.
Il problema ci riguarda da vicino: ogni anno una famiglia italiana, in media, spreca il 6% della propria spesa alimentare, pari a circa 330 euro l’anno, e a pagare dazio sono soprattutto i prodotti freschi (36%) e il pane (18%) (dati Adoc). “In questo momento di crisi è assurdo pensare che il 6% di quanto si spende per la spesa alimentare vada sprecato, è necessario investire sull’educazione alimentare e dare concretezza alla semplificazione normativa sugli alimenti invenduti – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc. E mentre il WWF, in collaborazione con aziende della grande distribuzione e food service prosegue a condurre Campagne dedicate per veicolare consigli e buone pratiche contro lo spreco alimentare, l’associazione dei consumatori pubblica un semplice ma utile vademecum per ridurre tali sprechi.
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Comprare solo l’essenziale, preferendo la qualità alla quantità, meglio una tavola meno imbandita ma più saporita.
- Se hai avanzi nel frigo, cerca di riutilizzarli nella preparazione di altri piatti.
- Utilizza al meglio il congelatore, se ne possiedi uno: surgela i tuoi avanzi di cibo, potranno essere utilizzati come porzioni monoposto.
- Prova ad acquistare meno e più spesso ciò di cui hai bisogno.
- Gli avanzi, se in buone condizioni, possono essere donati alle Associazioni di assistenza per i più bisognosi.
- Al momento dell’acquisto evitare le offerte promozionali illusorie come i 3×2, in questo modo si acquista e si spende più del necessario.
- Riporre le verdure nella parte bassa del frigo per evitare che ammuffiscano. Per la frutta il metodo migliore di conservazione è a temperatura ambiente Mantenere separata la frutta e verdura che si intende consumare a breve da quella che si intende conservare più a lungo.
- Il pesce si può conservare in frigorifero, se fresco, per un paio di giorni al massimo, oppure può essere anche congelato. Deve essere sistemato in posizione intermedia nel frigo, opportunamente avvolto in pellicola trasparente o in contenitori chiusi. I molluschi devono essere riposti in un piano intermedio, in contenitori che ne garantiscano l’isolamento dagli altri cibi per evitare eventuali scambi di batteri
- Ridurre o moderare le porzioni da servire.
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Mangiare lentamente permette una migliore digestione e rende possibile gustare più portate