Il governo giapponese interverrà direttamente per aiutare la Tepco a contenere le crescenti fuoriuscite di acqua contaminata con la realizzazione di un muro di ghiaccio
(Rinnovabili.it) – Nuove ombre sul disastro nucleare di Fukushima. Secondo quanto rivelato dallo stesso Governo nipponico, le perdite di acqua radioattiva fuoriuscite dall’impianto starebbero contaminando l’Oceano Pacifico da ben due anni. Un dato allarmante che si aggiunge alle preoccupate affermazioni rilasciate ieri dalla Tepco, la società che gestisce il sito. I tecnici della compagnia energetica hanno dovuto ammettere di non riuscire più a contenere le oltre 300 tonnellate di acque tossiche che fuoriescono quotidianamente dalla centrale e si riversano in mare e sul terreno circostante.
Che i danni provocati all’impianto nucleare dal terremoto e tsunami del marzo 20011, avessero provocato il filtraggio di acqua sotterranea contaminata era stato ammesso dalla società solo lo scorso 23 luglio pur continuando a negare che le perdite avessero potuto raggiungere l’oceano. La situazione sembrerebbe però essere completamente sfuggita dalle mani della Tepco costringendo l’azienda ad confessare la contaminazione dell’Oceano.
Si tratta, come ha spiegato dallo stesso premier Shinzo Abe, di “una questione di massima urgenza”, in cui il governo interverrà direttamente, sia dal punto logistico che finanziario, per assicurare la messa in sicurezza del sito e contenere le fughe di acqua radioattiva. Il ministero dell’Economia ha ricevuto l’incarico dal Primo Ministro di allocare i fondi dal bilancio del prossimo esercizio fiscale per un progetto di congelamento del suolo che circonda Fukushima Daichi. L’idea è quella di realizzare un muro di ghiaccio che circondi completamente i reattori, per contenere le acque sotterranee. Secondo le prime stime le misure necessarie per affrontare la decontaminazione dovrebbero richiedere oltre 40 anni e un costo di 11 miliardi dollari.