(Rinnovabili.it) – Un team internazionale di scienziati ha confermato che le emissioni inquinanti industriali prodotte in Europa sono alla base del progressivo ritiro dei ghiacciai di montagna nelle Alpi Europee.
Pubblicato sulla rivista di settore Proceedings of the National Academy of Sciences, lo studio contiene il dibattito scientifico relativo al perché i ghiacciai dal 1860 abbiano iniziato a ritirarsi, anni in cui il cambiamento climatico non aveva ancora avuto inizio ma durante i quali la produzione industriale subì una forte trasformazione e aumentò i ritmi. A detta degli esperti quando le particelle di nerofumo si depositano sulla neve rendono non più visibile il punto in cui la neve si scioglie ed esponendo il ghiaccio alla luce del sole e all’aria relativamente calda, causandone la sempre più rapida fusione. Per capire quanta fuliggine si sia nel tempo depositata gli scienziati hanno esaminato campioni di ghiaccio prelevati in diversi ghiacciai a differenti altitudini scoprendo che la maggior parte del nerofumo si è nel tempo accumulato alle quote più basse.
I dati relativi allo stato di salute dei ghiacciai delle Alpi dell’Europa centrale dimostrano che dal 1860 al 1930 i grandi ghiacciai si ritirarono bruscamente di circa un chilometro mentre nello stesso periodo la temperatura si è alzata di 1,8 gradi Fahrenheit.