L’Organizzazione meteorologica mondiale lancia l’allarme: il cambiamento climatico sta avvenendo sotto i nostri occhi
(Rinnovabili.it) – Il grado di ghiaccio marino artico ha raggiunto un nuovo minimo da record e l’allarmante tasso di fusione quest’anno ha evidenziato le profonde trasformazioni in atto a livello degli oceani e della biosfera. A lanciare il nuovo e preoccupante allarme ambientale è Michel Jarraud, dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) che in occasione della Cop18, ha presentato il rapporto di previsione annuale sullo stato del clima globale.
Il documento contiene le valutazioni climatiche sull’anno in corso che, fin dalle prime pagine, viene classificato come uno dei dieci anni più caldi da quando sono cominciate le rilevazioni a metà del 19° secolo. Per la precisione i primi dieci mesi del 2012 sono al nono posto nella graduatoria dell’OMM, nonostante l’azione di raffreddamento di La Niña nel Pacifico all’inizio dell’anno. Molte regioni hanno, infatti, dovuto affrontare siccità, inondazioni e ondate di calore estreme e nonostante il numero di cicloni in a livello mondiale si è mantenuto nella media, alcuni ( si pensi a Sandy) sono stati particolarmente devastanti.
“Il cambiamento climatico sta avvenendo sotto i nostri occhi – si legge nel documento dell’OMM – e continuerà a farlo a causa delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, che sono aumentate costantemente in questi anni, per poi registrare nuovi record”. Il rapporto afferma che temperatura globale di terra e superficie marina per i primi nove mesi del 2012 è stata di circa 0,45 gradi Celsius al di sopra della media di 14,2 ° C del periodo 1961-1990 . La banchisa artica ha raggiunto il suo minimo stagionale il 16 settembre scorso perdendo 3.41 milioni di km2, ovvero la superficie più ridotta mai osservata dall’inizio delle osservazioni satellitari. Il dato 2012 è inferiore del 18% al precedente record minimo del settembre 2007 ed è pari a una diminuzione del 49% rispetto alla media delle minime stagionali calcolata per il periodo 1979-2000, ovvero quasi 3,3 milioni di km2, una superficie più o meno equivalente a quella dell’India.