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Ghiacci ai minimi storici

(Rinnovabili.it) – Lo strato di mare ghiacciato che fluttua sull’oceano Artico ha raggiunto quest’anno un’estensione di 4,33 milioni di chilometri quadrati, il secondo livello minimo registrato nella serie di rilevazioni satellitari iniziate nel 1979. Quello della contrazione dei ghiacci è un fenomeno che, secondo il National Snow and Ice Center statunitense, rientra chiaramente in quelli che sono gli impatti dei cambiamenti climatici sulla calotta polare. Lo spessore dei ghiacci è, infatti, un elemento chiave per capire che evoluzione avrà l’Artico e quale sarà la tenuta complessiva della calotta: ghiacci sottili tendono a essere meno compatti e a sciogliersi più facilmente durante l’estate. Per Greenpeace, in missione nell’Artico a bordo della nave rompighiaccio Arctic Sunrise, quello che sta accadendo non comporta conseguenze solo per gli orsi polari o per l’ecosistema locale, ma per il mondo intero. Da qui l’appello del responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, Andrea Boraschi, secondo il quale “se vogliamo restituire al Pianeta qualche possibilità di conservazione” è necessario che quanto prima si riducano le emissioni dei gas serra e si favorisca il passaggio alle fonti energetiche rinnovabili. Il minimo storico della contrazione dell’area ghiacciata dell’Artico è quello rilevato nel 2007, anno per’altro in cui ci furono forti anomalie climatiche.

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