I dati dell'Agenzia dell'ambiente europea per l’Italia fanno tirare un sospiro di sollievo ma collocano il nostro Paese in una situazione alquanto paradossale
Il Rapporto si basa sui dati di Eurostat e dell’ISPRA –l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale– , e parla di 32.5 milioni di tonnellate di rifiuti in Italia del 2007 scesi a 32 milioni nel 2010. In quell’anno il nostro Paese ha riciclato il 35% dei rifiuti urbani, pari a 11,4 milioni di tonnellate, non riuscendo quindi a raggiungere gli obiettivi nazionali di raccolta differenziata che erano stati introdotti dal decreto legislativo 152/2006 e che prevedevano il 45% di riciclo per il 2008. Secondo l’ISPRA nel 2010 soltanto 10 delle 20 regioni italiane hanno raggiunto il “target 2008” -Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Calabria, and Sardegna-. Nel 2011 è andata anche peggio, perché l’obiettivo è stato raggiunto da sole 5 regioni: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna.
Buone notizie per quanto riguarda i rifiuti finiti in discarica che dal 2001 al 2010 sono scesi notevolmente passando dal 67 % al 48 %, dai 19.7 milioni di tonnellate ai 15.4. Ma è proprio sul campo delle discariche che il divario tra le regioni italiane è più evidente: si va infatti dall’8% della Lombardia al 93% della Sicilia. Disparità regionali che si fanno sentire soprattutto nel trattamento dei rifiuti: secondo i dati ISPRA nel 2010, mentre la Lombardia riciclava il 45% dei rifiuti urbani, il Veneto il 63%, e il Friuli Venezia Giulia il 39%, la Sicilia destinava alla discarica il 93% dei suoi rifiuti e il Molise e Basilicata ne seguivano l’esempio toccando rispettivamente l’84 e l’83%.
In generale è il Nord a riciclare di più – in testa ci sono il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Piemonte – bilanciato dall’esempio virtuoso del 45% di raccolta differenziata della Sardegna e da città come Salerno che ha raggiunto il 55%. Ad aver registrato un aumento nei tassi di riciclo dal 2008 al 2010 sono la Campania con un +14%, seguita dalle Marche +13% e dalla Sardegna +10%. Si differenzia a velocità diverse e a seconda dei materiali: per il riciclo totale si va dal 9% della Sicilia al 59% del Veneto, per quanto riguarda il riciclo dell’organico, invece, si passa dall’1% della Basilicata al 26% del Veneto. Le cifre della carta vanno dal 3% in Sicilia al 16% in Trentino Alto Adige, mentre in Sicilia il vetro è stato riciclato soltanto per l’1% e per il 10% in Veneto.
Potenziando la differenziata, soprattutto nelle regioni del Centro sud, l’Italia non dovrebbe avere problemi a raggiungere l’importante obiettivo 2020. Secondo il rapporto dell’Agenzia anche la tassa sulle discariche prevista dal decreto legislativo 152/2006 -che dovrebbe essere applicata nei casi in cui un ATO Ambito territoriale ottimale non soddisfi gli obiettivi per la raccolta differenziata-, avrebbe contribuito a disincentivare l’uso delle stesse. Nonostante ciò, tuttavia, l’effetto è ancora limitato e non fornirebbe incentivi sufficienti per scegliere un’alternativa alla discarica, come avviene invece in molti altri Paesi europei.