Proprietaria della miniera di carbone di Garzweiler è l’impresa tedesca Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk (RWE)
(Rinnovabili.it) – Almeno 5 mila manifestanti hanno occupato nella giornata di sabato 22 giugno la miniera di carbone di Garzweiler, in Renania Settentrionale-Vestfalia, Germania, per chiedere al Governo tedesco l’immediato abbandono delle risorse fossili.
Il sito d’estrazione è di proprietà della Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk (RWE) e copre un’area di circa 66 chilometri quadrati produce essenzialmente lignite che viene trasportata alla vicina centrale termica di Neurath.
Un gruppo di 150 manifestanti ha sfondato il cordone di polizia a protezione del recinto della miniera e ha aperto la strada ad un altro gruppo di attivisti (circa 700), tutti abbigliati con la tradizionale tuta bianca corredata di mascherina tipica delle manifestazioni organizzate da Ende Gelände, l’associazione nel cui stemma campeggiano 2 martelli incrociati e che ha riunito per l’occasione manifestanti da 9 Paesi europei.
Alcuni attivisti hanno occupato le rotaie della ferrovia che collega la miniera di carbone alla centrale termica di Neurath, impedendo di fatto i rifornimenti. La centrale tuttavia ha potuto operare senza interruzioni utilizzando le scorte di carbone già stoccate.
>>Leggi anche Il doppio gioco dei G20: in 10 anni triplicati i sussidi al carbone<<
La miniera di Garzweiler è la più grande della Germania ed è direttamente collegata a quella che i manifestanti descrivono come la più grande fucina di CO2 dell’Europa, la centrale di Neurath appunto.
Non sono mancati gli scontri e sia la polizia che i manifestanti hanno accusato l’opposta fazione di aver abusato delle maniere violente. Le forze dell’ordine hanno invitato gli attivisti a sgomberare il prima possibile il sito, considerato pericoloso e hanno ottenuto un accordo di smobilitazione nella giornata di domenica.
Nonostante la breve durata dell’occupazione, gli organizzatori di Ende Gelände hanno descritto l’evento come una delle più grandi azioni di disobbedienza civile degli ultimi anni.
>>Leggi anche Ricerca sul carbone, così l’UE continua a sostenere la lobby fossile<<