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Germania, esplode impianto chimico BASF: vittime e fumi neri

Grave incidente presso il sito chimico di Ludwigshafen a causa dello scoppio di una tubatura. Un morto, sei dispersi e sei feriti il bilancio ufficiale dell'esplosione 

 

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(Rinnovabili.it) – I vigili del fuoco di Ludwigshafen, in Germania, hanno continuano per ore a combattere contro fiamme e dense nubi nere. Sono quelle dell’incendio che stamattina ha investito il più grande complesso chimico al mondo, dopo la violenta esplosione di una tubatura. Ci troviamo in uno degli impianti del colosso chimico BASF, nell’area nord del porto fluviale di Ludwigshafen, a circa 80 km a sud di Francoforte. Qui, alle 11.30 di questa mattina, cause ancora non accertate, hanno determinato lo scoppio di una delle condutture che trasportano i liquidi infiammabili, come nafta e metanolo, dalle navi al sito produttivo, provocando un morto e sei feriti gravi. Sul luogo dell’incidente sono giunti soccorsi da tutto il Land della Renania-Palatinato e i pompieri sono ancora a lavoro per mettere in sicurezza l’area e trovare le sei persone che risultano attualmente disperse.

 

Nei concitati momenti dopo l’esplosione, i fumi neri hanno fatto pensare al peggio. Per questo agli abitanti è stata chiesta la massima cautela: i cittadini sono stati invitati a restare in casa, a chiudere porte e finestre e a spegnere gli eventuali impianti di aria condizionata e ventilazione. Secondo i vigili del fuoco i rischi maggiori riguarderebbero eventuali problemi respiratori e agli occhi dovuti ai fumi industriali e al cocktail di sostanze chimiche nell’aria, che possono provocare reazioni urticanti.

 

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L’allarme è stato esteso anche alla città di Mannheim, che si trova sull’altra sponda del fiume Reno anche se, secondo quanto riportato dalla BASF in conferenza stampa, le misure adottate finora non indicherebbero alcun rischio di fumi tossici. Tutt’ora però, ancora non noto che tipo di sostanze si siano sprigionate nell’aria in seguito allo scoppio. “Noi, naturalmente, faremo tutto il possibile per chiarire la questione”, ha cercato di rassicurare Uwe Liebelt, a capo del sito di Ludwigshafen, confermando di essere al lavoro in stretta collaborazione con le autorità locali determinare l’esatta causa dell’esplosione. Per motivi di sicurezza la società ha spento 14 impianti vicino al luogo dell’esplosione, compresi i suoi due siti di steam cracking.

 

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