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Gene drive come arma biologica, l’ONU discute una moratoria

Con i gene drive si manipolano degli organismi viventi, innescando reazioni a catena capaci di estinguerli. Gli esperti ONU pensano di bloccare la ricerca

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La ricerca nei gene drive è pagata dalle agenzie militari USA

 

(Rinnovabili.it) – La partita è più grossa di quanto apparisse in precedenza. L’agenzia del Dipartimento della Difesa USA incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare (DARPA) sta investendo 100 milioni di dollari in una serie di tecniche per l’estinzione genetica, che preoccupano la comunità internazionale per i possibili effetti collaterali sulla biodiversità e gli ecosistemi.

Una serie di documenti ottenuti dalla ONG Etc Group e visti dal Guardian, mostrano che la DARPA è diventata la più grande finanziatrice al mondo della ricerca nei gene drive (drive genetici), fatto che solleverà tensioni prima di una riunione della Convenzione per la diversità biologica (CBD) in calendario a Montreal per domani.

La CBD sta infatti pensando di imporre una moratoria sulla ricerca sui geni il prossimo anno, con diversi paesi del sud del mondo preoccupati per una possibile applicazione militare. L’uso di tecnologie di estinzione genetica nelle armi biologiche è un incubo non troppo lontano, visti gli investimenti dell’agenzia statunitense, sebbene la ricerca sia interamente incentrata sul controllo e l’eradicazione di parassiti.

 

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Come funziona il gene drive? Il meccanismo è semplice: si utilizzano strumenti di modificazione genetica di ultima generazione, come quelli che l’Italia e altri paesi vorrebbero utilizzare per la produzione di OGM non tracciabili. L’idea è tagliare filamenti di DNA in punti predeterminati del genoma e inserire, modificare o rimuovere i tratti di interesse. In questo modo, ad esempio, si può modificare geneticamente la zanzara vettore della malaria e far sì che con l’accoppiamento attivi una reazione a catena – il gene drive – che ne fa collassare la popolazione.

Gli esperti ONU, tuttavia, sono preoccupati delle conseguenze non intenzionali di queste nuove tecnologie. Se da un lato è teoricamente possibile rimuovere un virus o un’intera popolazione di zanzare, nulla si sa sui potenziali effetti ecologici a valle, che possono coinvolgere specie in relazione con le zanzare. Rompere la circolarità dei cicli naturali eliminando un tassello fondamentale per tutti gli altri, può avere ricadute drastiche e irreversibili.

La ricerca nei gene drive è stata sperimentata dal professore italiano Andrea Crisanti, docente dell’Imperial College di Londra, che ha confermato al Guardian di essere stato assunto dalla DARPA con un contratto da 2,5 milioni di dollari e crede sia «fantasioso» parlare di applicazione militare di queste tecniche.