(Rinnovabili.it) – C’è una buona probabilità che gli Stati Uniti non riescano a rispettare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti con la ratifica dell’Accordo di Parigi. Un fallimento che è certo se si tiene conto soltanto delle politiche energetiche attualmente in vigore negli Usa, ma che diventa possibile anche se passassero alcune delle proposte di legge presentate al Congresso. In quest’ultimo caso, infatti, gli obiettivi al 2025 verrebbero sforati di circa 1 miliardo di t di gas serra.
È il risultato di uno studio appena pubblicato sulla rivista Science e guidato da Jeffrey Greenblatt, scienziato del Lawrence Berkeley National Laboratory che riassume così la questione: “Non possiamo procedere con piccoli alterazioni alla nostra economia, abbiamo bisogno di cambiamenti radicali nel modo in cui otteniamo e usiamo l’energia”. Secondo gli impegni presi alla COP21, nei prossimi 9 anni Washington deve ridurre le sue emissioni del 26-28% rispetto ai livelli del 2005.
Lo studio si è basato sulle proiezioni di fonte governativa già disponibili, combinandole con i dati più aggiornati sulle emissioni. Il primo risultato è che se anche il principale tassello delle politiche ambientali di Obama, il Clean Power Plan (CPP), dovesse procedere senza intoppi, gli Usa sforerebbero di almeno 550 mln di t di gas serra. Gli scienziati hanno poi ipotizzato altri 3 scenari possibili, inserendo in ciascuno un ventaglio di provvedimenti energetici in parte già proposti, in parte ancora allo studio. Anche sommando gli effetti positivi di tutte le misure, però, non c’è la certezza di raggiungere gli obiettivi sul clima.
Per avere qualche speranza di successo, secondo i risultati della ricerca sono necessari diversi passaggi, nessuno dei quali è presente nelle proposte avanzate sino ad ora oppure è in discussione in sede internazionale. Prima di tutto servirebbe un inasprimento del CPP con misure ancora più rigide. Poi è fondamentale che vada in porto l’emendamento al protocollo di Montréal per mettere definitivamente al bando gli HFC (idrofluorocarburi). Quindi rivedere gli standard energetici minimi richiesti per l’edificazione nel settore commerciale. Ma la chiave di volta resta l’abbattimento delle emissioni di metano imputabili al settore dell’oil&gas di almeno il 45% sui valori del 2012. Il metano rappresenta almeno il 10% dei gas serra emessi dagli Usa. Un taglio del genere è difficilmente raggiungibile senza un parallelo aumento della fetta di energie rinnovabili nel mix energetico.