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Gas refrigeranti: pericolosi e ancora troppo diffusi

Gas refrigeranti(Rinnovabili.it) – Dannosi per l’ambiente i gas refrigeranti sono un pericolo anche per lo strato di ozono. Utilizzati soprattutto nei sistemi di condizionamento dell’aria il consumo di HFC è cresciuto del 341% in 10 anni, mentre le emissioni inquinanti sono scese del 9%. I dati li ha trasmessi stamane Legambiente durante l’incontro organizzato a Roma proprio per chiarire la situazione a livello nazionale.

 

CFC, HCFC e HFC vengo utilizzati nei frigoriferi e nei condizionatori e il loro rilascio causa un inquinamento pericoloso e persistente non avvertito immediatamente perché i gas si presentano come inodore e incolore. Consapevole dei danni ambientali legati al rilascio di questi gas l’Europa sta definendo la nuova normativa che dovrebbe essere approvata entro il 2014, aumentando così il livello di protezione dell’ozono e ridurre i danni ambientali insieme alla loro azione climalterante.

Riconosciuti come altamente dannosi, i CFC sono vietati dal Protocollo di Montreal ormai dal 1994, mentre gli HCFC vengono gradualmente abbandonati e sostituiti con sostanze refrigeranti naturali.

Articolato in due sessioni tematiche – la gestione dei refrigeranti in Italia, i refrigeranti naturali e la nuova normativa europea –l’evento ha fornito un quadro chiaro di come si stia affrontando la situazione nel nostro paese.

 

“Chiediamo al ministro Andrea Orlando e al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani – ha dichiarato Ciafani, vicepresidente di Legambiente – di spingere per un’Europa senza gas climalteranti a partire da quelli usati per la catena del freddo, mettendo al bando i gas sintetici HFC in ogni settore dove siano presenti le alternative naturali o comunque meno climalteranti e applicare anche in questo settore il principio “chi inquina paga”, come già avviene in altri Paesi”.

 

L’Associazione ha presentato il dossier sugli F-gas ammettendo che in Italia la distribuzione dei gas fluorurati è ancora troppo elevata: nel 2012 sono state immesse sul mercato circa 10.600 tonnellate di gas refrigeranti, con un potenziale effetto serra di 250 milioni di tonnellate equivalenti, il 50% circa del totale delle emissioni di gas serra annuali a livello nazionale.

Mentre le aziende sono tutte, chi più chi meno, impegnate nella riduzione del proprio impatto inquinante le emissioni di gas refrigeranti appaiono in costante aumento (+341%).

 

“Questi dati richiamano con forza l’importanza nel controllo e nella gestione di queste sostanze e del loro recupero durante gli interventi di manutenzione e nel fine vita degli apparecchi e dei materiali che li contengono – ha proseguito il vice presidente di Legambiente. Ecco perché è necessario il coinvolgimento immediato di tutti i soggetti interessati con azioni che puntino alla formazione dei cittadini e controlli e procedure efficaci per garantire il recupero di queste sostanze. Assicurare efficienza alla filiera italiana del recupero e della valorizzazione dei refrigeranti di scarto e la loro rigenerazione è una priorità, capace di coniugare la protezione dell’ambiente con uno sviluppo economico del settore.”

 

Agli ultimi posti nella classifica europea per la gestione dei gas fluorurati, l’Italia ha quindi bisogno di una normativa ad hoc e di controlli più severi che sappiano gestire l’emergenza e ridurre i rischi per l’ambiente e per la salute della popolazione anche mediante l’introduzione di incentivi destinati all’acquisto di dispositivi meno inquinanti.

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