Ai combustibili fossili 4 volte gli incentivi delle rinnovabili
(Rinnovabili.it) – Una delle tensioni che accenderanno il prossimo G20 di Amburgo, riguarderà da vicino la questione climatica. Il ritiro degli USA dall’Accordo di Parigi, le prese di posizione – più o meno ferme – delle altre potenze mondiali, gli ultimatum del mondo scientifico e le proteste della società civile stanno scaldando un clima già oggi bollente. Ma a chi si aspetta un scontro “a due”, con le istanze di Donald Trump da un lato, l’impegno ambientale delle 19 potenze mondiali dall’altro è fuori strada. Dietro le altisonanti affermazioni di Merkel, Macron e Abe – solo per citare gli ultimi che hanno ribadito che sul Paris Agreement “non si torna indietro – c’è un gruppo di nazioni che continua a finanziare generosamente i combustibili fossili. Parliamo di miliardi e miliardi di incentivi pubblici.
Un nutrito gruppo di ong ambientali ha quantificato questi sussidi in un nuovo report in cui spiega: i governi del G20 stanno fornendo ai combustibili fossili quasi 4 volte i finanziamenti pubblici che oggi sostengono l’energia pulita. Dal 2013 al 2015 le venti potenze hanno fornito circa 71.8 miliardi di dollari l’anno nella produzione di energia “sporca”. C’è da dire che l’Accordo sul Clima è stato raggiunto solo a dicembre 2015 e ratificato l’anno successivo, ma da allora oggi sono pochi i cambiamenti apprezzabili.
Uno degli elementi più interessanti del report riguarda la spesa per le attività di esplorazione di nuove riserve di petrolio, gas e carbone, in media 13.5 miliardi di dollari all’anno. Chiara evidenza di una volontà a proseguire sulla stessa strada, nonostante i vari appelli del mondo scientifico a non toccare le nuove riserve fossili per evitare peggioramenti dei cambiamenti climatici.
“I leader del G20 hanno la possibilità di parlare di clima, ma è chiaro che le loro parole non valgono nulla”, commenta Kate DeAngelis di Friends of the Earth Usa, una delle ONG che ha redatto il report. “Mentre da un lato lodando gli investimenti nelle energie rinnovabili nei propri confini nazionali, hanno miliardi di dollari investiti in progetti a base di combustibili fossili sporchi nei paesi in via di sviluppo”.
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Quanto spende l’Italia per l’energia sporca?
Legambiente ha curato la parte dei dati italiani. Anche il Bel Paese ha dato il suo contributo: nello stesso lasso di tempo attraverso SACE e CDP abbiamo destinato ben 2,1 miliardi di dollari medi annui ai combustibili fossili contro i 123 milioni di dollari l’anno destinati alle energie pulite, piazzandoci all’ottavo posto in classifica.
“È ora di dire basta alle ipocrisie e di cancellare i sussidi alle fonti fossili, spostando le risorse verso l’innovazione ambientale e l’efficienza energetica – dichiara Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – Al G20 di Amburgo i grandi della terra dimostrino con azioni concrete il loro impegno per il clima a partire dalla eliminazione entro il 2020 di tutti i sussidi alle fonti fossili per fermare la crescita delle emissioni di gas serra e contenere entro i 2°C l’aumento della temperatura globale. L’Italia, in questa partita faccia la sua parte, ben venga la conferma di uscire dal carbone entro il 2030, ma nella SEN si inserisca anche la cancellazione di tutti i sussidi alle fonti fossili – tema sorvolato dal documento – e si rilanci sempre di più, con strumenti concreti e puntuali, il settore delle energie rinnovabili”.
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