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Fusti tossici in mare: la task force analizza acqua e pesci

Nell’ultima riunione, il gruppo di lavoro istituito ad hoc ha stabilito un programma di analisi ambientali delle acque per scongiurare eventuali contaminazioni

(Rinnovabili.it) – Un episodio che rende urgente la predisposizione di misure preventive per contenere i rischi in caso di incidenti in aree sensibili, come quella del Santuario dei Cetacei. Questo il commento del Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sull’incidente dello scorso 17 dicembre in seguito al quale sono stati dispersi in mare ben 198 fusti pieni di catalizzatori di nichel e molibdeno, sostanze utilizzate per la lavorazione del petrolio, provenienti da una nave cargo della Grimaldi Lines. La task force istituita a gennaio proprio dal Ministro Clini, coordinata dalla Capitaneria di Porto di Livorno e composta dai ministeri dell’Ambiente e della Salute, Regione Toscana, Provincia e Comune di Livorno, Ispra e Istituto superiore della Sanità, sta facendo il possibile per ripristinare la situazione in tempi brevi e, secondo quanto stabilito nell’ultima riunione, metterà in atto un programma di analisi ambientali delle acque per scongiurare eventuali contaminazioni della catena alimentare. Fino ad oggi le rilevazioni effettuate hanno portato all’individuazione di alcune decine di fusti; il fondale tirrenico interessato dall’incidente è stato infatti ispezionato da robot sottomarini capaci di muoversi anche oltre i 400 metri di profondità. Il problema però è che, se inizialmente si parlava di rischi assolutamente ridotti per le acque e i pesci, limitati all’eventualità che il materiale disperso potesse scoppiare una volta a contatto con l’aria, oggi la task force procede anche sul fronte delle analisi ambientali e chiama in causa la competenza delle autorità sanitarie. Parallelamente si continua a pensare anche al recupero dei fusti, questione per la quale il gruppo di lavoro sta valutando le ipotesi prospettate dall’armatore della nave.