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Fusione Dow-DuPont, l’agrochimica diventa un business per pochi

L’antitrust europeo ha dato ieri il via libera. Dopo le fusioni Bayer-Monsanto e ChemChina-Syngenta, tre aziende controlleranno il 70% del settore e il 60% del commercio di sementi

Fusione Dow-DuPont, l'agrochimica diventa un business per pochi

 

(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea ha dato il via libera alla maxi fusione tra Dow e DuPont, due colossi americani dell’agrochimica. La mossa da 130 miliardi di dollari cambierà completamente il volto del settore, visto che anche le altre grandi multinazionali vanno nella stessa direzione. Alcuni mesi fa Bayer ha comprato Monsanto, mentre nel giro di un paio di settimane Bruxelles dovrebbe dare l’ok anche al matrimonio tra ChemChina e Syngenta. I sei big del settore si sono fusi formando 3 nuovi poli dalle dimensioni senza precedenti.
La parola è quindi passata all’Antitrust. Dow e DuPont non hanno incontrato alcuna resistenza con l’autorità di vigilanza europea, che ha accolto con favore il piano di cessioni avanzato dalle due multinazionali. DuPont dovrà dismettere gran parte del suo comparto pesticidi così come quasi tutto il suo settore Ricerca e Sviluppo.

 

“I pesticidi sono prodotti importanti, per gli agricoltori, per i consumatori e per l’ambiente, per questo abbiamo bisogno di una concorrenza effettiva nel settore, così che le compagnie siano incentivate a sviluppare prodotti ancora più sicuri per le persone e migliori per l’ambiente – ha dichiarato la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager – La nostra decisione odierna assicura che la fusione tra Dow e DuPont non riduca la competizione sui prezzi dei pesticidi esistenti o l’innovazione”.

Fusione Dow-DuPont, l'agrochimica diventa un business per pochi

Ma l’ottimismo e il contenuto della decisione di Bruxelles ha sorpreso molti analisti. Dow, infatti, dovrà dismettere soltanto alcune sue proprietà nel petrolchimico. Restano invece intatti i suoi asset delle sementi. Una prospettiva che irrigidisce ancora di più l’oligopolio sulla produzione e vendita dei semi che solleva non poche critiche. Quando saranno completate tutte e tre le fusioni, resteranno al mondo soltanto tre aziende a controllare il 70% dell’agrochimica globale e più del 60% del commercio di sementi, accusano oltre 200 Ong guidate da Friends of the Earth, che ieri hanno recapitato una lettera a Bruxelles con le loro preoccupazioni.
“Questa decisione di permettere a Dow e DuPont di formare la più grande compagnia mondiale dell’agrobusiness darà a multinazionali gigantesche un controllo tossico ancora più stretto sul nostro cibo e sui campi. Per il pubblico e per la natura queste fusioni sono matrimoni celebrati all’inferno, ha commentato Adrian Bebb di Friends of the Earth Europe. E ha aggiunto: “La fusione significherà una mancanza di scelta per i coltivatori e una mancanza di diversificazione nei nostri campi. Abbiamo bisogno di diversificare rapidamente per adattarci a un clima in trasformazione, e avere meno sementi controllate da poche corporation solleva seri dubbi sulla nostra capacità di nutrire le generazioni future”.