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La fusione Bayer-Monsanto si gioca sull’agricoltura digitale

La Commissaria UE alla concorrenza potrebbe accettare la maxi operazione da 60 miliardi che porterà all'unione Bayer-Monsanto se avrà alcune garanzie

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La Commissione UE apre alla mega fusione Bayer-Monsanto

 

(Rinnovabili.it) – Anticipando il suo parere del prossimo 5 aprile, la Commissaria UE alla concorrenza Margrethe Verstager sembra aprire alla controversa fusione Bayer-Monsanto, a patto che non venga inficiata la concorrenza nel settore dell’agricoltura digitale. L’acquisizione da parte del colosso tedesco, che con 63,5 miliardi di dollari (51,7 miliardi di euro) vuol mettere le mani sul gigante statunitense, ha l’obiettivo di creare la più grande azienda mondiale di semi e pesticidi.

«La digitalizzazione sta cambiando radicalmente l’agricoltura. Dobbiamo fare attenzione che, attraverso la fusione, la concorrenza nel settore dell’agricoltura e della ricerca digitale non sia compromessa», ha detto Vestager al giornale tedesco Rheinische Post.

La Vestager, che interpreta il ruolo di cane da guardia anti-trust in Europa, ha comunque spiegato alla testata che il ruolo della Commissione non è quello di bloccare le fusioni, ma di garantire che siano strutturate in modo da non ostacolare la concorrenza.

 

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«Il nostro compito è garantire che gli agricoltori abbiano ancora una scelta su sementi, pesticidi, fungicidi e insetticidi anche dopo la fusione», ha detto la Commissaria, aggiungendo che prevede di pubblicare il suo verdetto entro il 5 aprile. Sembra che Bayer stia cooperando con l’esecutivo europeo, fatto che potrebbe preludere ad un via libera alla maxi operazione.

In sostanza, secondo quanto riferito da Reuters, Bayer prevede di convincere Bruxelles vendendo i suoi asset di sementi e diserbanti a BASF per 7,2 miliardi, e consentire alla rivale una licenza esclusiva di accesso ai suoi dati sull’agricoltura digitale. Per gli ambientalisti, questa piccola apertura non basta a risolvere i dubbi di una operazione tale da concentrare ulteriormente il mercato mondiale dell’agrochimica. Aprire al principale competitor non cambia molto sul fronte della libertà di scelta per i piccoli agricoltori.