(Rinnovabili.it) – Gli sforzi per contrastare la contaminazione ambientale provocata dalla fuoriuscita di petrolio in Liguria non stanno avendo effetto. Almeno 600 metri cubi di greggio si sono riversati, a causa del guasto all’oleodotto Iplom, nel rio Pianego e da qui nel torrente Polcevera, che sfocia a Genova. La quantità reale potrebbe essere ancora superiore. L’impianto, che va da Multedo fino alla raffineria di Busalla, è stato posto sotto sequestro. Il sostituto procuratore di Genova, Alberto Landolfi, ha aperto un’indagine a carico di ignoti per disastro colposo.
Per fermare la corsa del petrolio, iniziata alle 19,30 di domenica 17 aprile, sono state sistemate panne di contenimento in mare e lungo le sponde degli affluenti del Polcevera: il Rio Fegino e il rio Pianego. Ma una parte del flusso ha comunque oltrepassato le barriere e ora le chiazze arcobaleno hanno preso il largo nel Mar ligure. Lungo il fiume, intanto, fino alla foce, la marea nera ha avuto impatti devastanti sugli animali. Molte immagini che stanno facendo il giro del web ritraggono un cormorano completamente ricoperto di petrolio, incapace di spiccare il volo.
Oltre alla moria di pesci, altri uccelli come anatre, aironi, germani e oche sono rimasti invischiati nella fanghiglia nerastra che ha invaso il Polcevera: gli animali sono inoltre intossicati dalle esalazioni velenose. L’Enpa di Genova, in accordo con i Vigili del Fuoco e le altre autorità nella zona, ha attivato un numero di emergenza (010.5531696) tramite il quale residenti e istituzioni possono segnalare situazioni di pericolo per gli animali.
Quando va bene, gli uccelli vengono portati ai volontari dell’associazione stremati e intrisi di petrolio, con gravi sintomi di intossicazione: qui vengono ripuliti con oli vegetali leggeri e detergenti neutri. Quando va male, arrivano in sede privi di vita.
Anche quando l’emergenza sarà rientrata, i rischi per loro non saranno finiti. Anche la Lav di Genova sta lavorando alle operazioni di soccorso: 27 germani reali sono stati salvati ieri, ma non tutti potrebbero sopravvivere: «Tredici ora stanno bene, gli altri invece sono gravi perché hanno respirato le esalazioni del petrolio», ha detto all’Ansa Daniela Ascenzi, responsabile genovese dell’associazione.
Ora il vento forte che spira dai monti al mare rischia di rendere più difficili le operazioni di bonifica. Le autorità dovranno raddoppiare gli sforzi per impedire al petrolio di raggiungere il mare in quantità. Per sabato è prevista pioggia, e questo potrebbe peggiorare la situazione. Anche con il sole non c’è da stare allegri: invece di arrivare al mare, il greggio potrebbe in parte evaporare diffondendo esalazioni mefitiche e dannose per la salute dei residenti.