Da uno studio dell'Università di Aberdeen la certezza che fumare in macchina faccia ristagnare nell'abitacolo livelli di particolato 3,4 volte superiori agli standard OCSE
(Rinnovabili.it) – Ricercatori britannici hanno completato lo studio che mette in evidenza la pericolosità della presenza di particelle in sospensione all’interno delle automobili di soggetti fumatori e non fumatori, rilevando in entrambi i casi livelli di smog pericolosi, soprattutto per bambini e anziani, nelle auto di chi fuma.
Che il fumo passivo faccia male è cosa nota e i guidatori spesso pensano erroneamente che fumare al volante non costituisca un pericolo per la altrui salute se si ha l’accortezza di areare l’abitacolo. I livelli di particolato intrappolato nell’auto risultano invece addirittura superiori a quanto raccomandato dall’OCSE, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
“Il nostro obiettivo è stato quello di misurare, ogni minuto e dal sedile posteriore, i livelli di particolato fine respirabile durante un viaggio con i fumatori e con non fumatori”, ha dichiarato Sean Semple, coautore dello studio e ricercatore dell’Università di Aberdeen (Scozia).
Situato durante ogni viaggio all’altezza della testa di un bambino un monitor ha misurato le percentuali di inquinanti nell’aria. Il particolato fine, chiamato anche PM 2.5, è uno dei maggiori responsabili di asma e malattie dell’apparato respiratorio nei bambini ma le differenze tra i viaggi sono particolarmente evidenti. “Abbiamo trovato quantità pari a 7,4 microgrammi per metro cubo (ug/m3) durante i viaggi durante i quali non si è fumato, ma i livelli sono saliti 85 µg/m3 durante i viaggi nei quali sono state fumate delle sigarette,” livelli fino a 3,4 volte superiori rispetto al limite raccomandato dall’OMS. “I fumatori tendono a pensare che aprire un finestrino o accendere il sistema di ventilazione della vettura sia un modo efficace di eliminare il fumo, ma la realtà è che i livelli di particolato sono ancora troppo elevati”, dice Semple.