(Rinnovabili.it) – A tre anni dal terremoto che colpendo il Giappone ha scatenato lo tsunami che ha danneggiato la centrale nucleare di Fukushima il paese ricorda quanto accaduto e fa la conta dei danni e degli effetti negativi ancora in atto.
Dopo il disastro nucleare di Chernobyl è il Giappone a registrare la peggiore crisi nucleare, oltre ad una devastazione che ha portato alla morte di 18mila persone, alla distruzione di intere comunità costiere e ad un’emergenza energetica che vede ancora oggi cambiare piani energetici ogni qual volta le cose non vanno per il verso giusto. Dopo aver dichiarato l’intenzione di puntare ad una Fukushima 100% rinnovabile entro il 2040 il Giappone la scorsa settimana ha deciso di reinserire il nucleare nel mix energetico nazionale dichiarando di avere a disposizione tecnologie sempre più sicure e di non poter fare a meno di una fonte tanto produttiva.
L’onda anomala scatenandosi ha portato al crollo di un reattore e a conseguenti esplosioni che hanno portato allo spegnimento della centrale atomica. Questo non ha però fermato i danni che le radiazioni hanno causato alla popolazione, alla vegetazione e alle acque limitrofe la centrale, ancora oggi altamente contaminate.
“Sono determinato ad accelerare la ripresa e non lasciare che questo disastro si dissolva nella memoria”, ha detto al Parlamento. “La rinascita del Giappone non avverrà senza il ripristino delle zone devastate” ha dichiarato l’imperatore Akihito durante la celebrazione della cerimonia di memoria.
Per non dimenticare quanto accaduto anche hea organizzato in varie città del Pianeta manifestazioni che sottolineano quanto accaduto tre anni fa. Dopo lo sconcerto per la decisione del Presidente di reinserire il nucleare nel mix energetico nazionale l’Associazione ambientalista ha voluto ricordare i numeri del disastro e riportare la testimonianza di chi ancora oggi subisce le conseguenze delle perdite radioattive. Kenichi Hasegawa, una delle vittime, ha raccontato alla delegazione di Greenpeace recatasi in Giappone: “Il mio paese è distrutto. Sono un contadino senza raccolto. Non posso descrivervi cosa abbiamo perso per colpa di questo disastro. Dobbiamo ricordarci che il nucleare è la cosa più terribile. Non dobbiamo lasciare questa cosa sporca alle prossime generazioni”.