Rinnovabili • Fukushima: possibile contaminazione oceanica. Fonte immagine: Greenpeace. Rinnovabili • Fukushima: possibile contaminazione oceanica. Fonte immagine: Greenpeace.

Fukushima: possibile contaminazione oceanica

La TEPCO ammette la fuoriuscita in mare di acque radioattive provenienti da una falda acquifera che, avevano assicurato, era stata contenuta con acciaio e cemento armato

Fukushima: possibile contaminazione oceanica. Fonte immagine: Greenpeace.(Rinnovabili.it) – Aumentano i timori di una possibile contaminazione radioattiva delle acque oceaniche che bagnano Fukushima. A diffondere la notizia di una fuoriuscita di acqua radioattiva in mare è stata la Tokyo Electric Power (TEPCO), la compagnia giapponese che gestisce la centrale di Fukushima colpita dal terremoto nel marzo 2011, che ha ammesso la dispersione in mare di acqua contaminata. La perdita proverrebbe da una falda sotterranea che, secondo quanto dichiarato dall’azienda elettrica giapponese, era stata già monitorata e contenuta con barriere di acciaio e cemento armato. Ma i campioni di acqua sotterranea prelevati agli inizi del mese di luglio dalla TEPCO stessa hanno registrato livelli di Cesio-134, metallo altamente cancerogeno, 110 volte superiori ai limiti consentiti. Da qui l’ammissione e la convinzione che l’acqua contaminata si sia dispersa in mare, ma che, come riferito da un portavoce del colosso giapponese, gli impatti di questa dispersione radioattiva in mare sarebbero piuttosto limitati.

 

«I dati emersi dai monitoraggi effettuati nelle acque oceaniche in prossimità di Fukushima – avrebbe assicurato il portavoce della Tokyo Electric Power Company – non hanno dimostrato livelli anomali di radioattività».

 

Eppure dal canto loro gli esperti ambientali non nascondono preoccupazione per quanto accaduto: stando a quanto sostenuto, infatti, le sostanze radioattive rilasciate dai crolli dei reattori della centrale di Fukushima in seguito allo tsunami sarebbero arrivate fino alle acque sotterranee che, scorrendo verso il mare, possono avere fortissimi impatti non solo sulla vita marina, ma di conseguenza anche su quella umana.