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I fiumi si prosciugano e la Francia taglia i consumi idrici

Il Ministro dell'Ecologia Francois de Rugy ha presentato un programma in 23 punti per ridurre gli sprechi e incentivare l'uso di acque piovane e di scarto.

consumi idriciLa scelta di ridurre i consumi idrici del 25% entro il 2035 arriva dopo la segnalazione un report che prevedeva il calo fino al 40% della portata dei fiumi francesi entro metà secolo

 

(Rinnovabili.it) – Francia, il Ministro per l’Ecologia Francois de Rugy ha presentato un programma per la riduzione dei consumi idrici francesi del 10% entro il 2025 e del 25% entro il 2035: a far scattare la misura è stata la combinazione dell’ondata di calore che ha investito il Paese transalpino nelle ultime settimane (con temperature fino a 45°C) e la pubblicazione di un report che prevede la riduzione della portata dei fiumi francesi tra il 10 e il 40% entro il 2050.

 

Il progetto di de Rugy prevede 23 misure per contrastare lo spreco idrico e per incentivare il recupero delle acque reflue e l’utilizzo di quelle piovane. Vengono previste tariffe più alte per i possessori d’immobili con piscina e per i grandi consumatori di risorse idriche domestiche (come ad esempio chi pulisce spesso la propria auto): il documento lascia che a imporre le maggiorazioni siano le autorità locali, anche in base alle stagioni e al numero di residenze possedute dai consumatori. Al contempo vengono fissate tariffe sociali per le famiglie a basso reddito.

 

Il Piano si concentra molto sulla necessità di manutenzione della rete idrica, le cui perdite stimate rappresentano 1/5 del flusso totale. Entro il 2022 dovrebbero essere introdotti limiti più stringenti ad alcuni settori industriali notoriamente “assetati” come il comparto edilizio, mentre dal 2025 il Governo francese prevede di triplicare il ricorso ad acqua piovana e alle acque di scarto delle industrie e degl’agglomerati urbani per tutti gli usi che non necessitano di standard di potabilità.

 

Attualmente, la Francia ricicla solo l’1% delle acque reflue, mentre Stati membri dell’Ue come la Spagna e l’Italia riescono a recuperare fino al 10% delle risorse idriche. Lo scorso gennaio, la Commissione europea ha approvato una proposta di Legge per il riuso in agricoltura delle acque di scarto debitamente trattate. Una misura che potrebbe permettere il recupero di 6,6 miliardi di metri cubi s’acqua entro il 2025 in tutta Europa.

 

Il Ministero dell’ecologia francese intende recuperare 25 mila km di corsi d’acqua, rafforzare le soluzioni basate sulla natura e raddoppiare le dimensioni delle aree protette delle zone umide (in diminuzione del 67% da inizio ‘900 secondo il report citato da de Rugy).

 

Il programma prevede anche il miglioramento della qualità delle acque: sotto particolare osservazione, il settore agricolo, il cui ampio utilizzo di fertilizzanti e pesticidi porta alla contaminazione delle falde acquifere. Per ridurre la diffusione di prodotti chimici vicino a sorgenti o acque sotterranee, i Comuni avranno in futuro un diritto di prelazione sui terreni agricoli.

 

“L’adattamento ai cambiamenti climatici è un problema difficilmente gestibile per quanto riguarda le risorse idriche– ha spiegato il Francois de Rugy – Richiede una nuova gestione dell’acqua, più sobria ed economica in tutti gli usi, da quello agricolo a quello domestico e industriale”.

 

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