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La Francia dice stop ai sussidi per le centrali a carbone

I nuovi impianti a carbone che verranno costruiti all’estero non potranno più godere dei crediti all’esportazione se non si doteranno di un sistema ccs

La Francia dice stop ai sussidi per le centrali a carbone

 

(Rinnovabili.it) – Più volte avrà pensato che quella promessa sarebbe stato meglio non farla, perché come Paese ospite della COP 21 ora tocca mantenerla. È così che, dopo mesi di tentennamento, la Francia ha deciso di interrompere i sussidi alle nuove centrali a carbone fuori dei confini nazionali. Il presidente, François Hollande, ci ha messo 9 mesi per dare seguito all’impegno che finalmente è divenuto realtà. A meno della presenza di un sistema per la cattura e stoccaggio del carbonio, le centrali elettriche a carbone all’estero non potranno più godere dei soldi pubblici francesi.

«Faremo immediatamente cessare i crediti all’esportazione per tutte le nuove centrali elettriche a carbone che non sono dotate di meccanismi di cattura e stoccaggio della CO2», ha detto il primo ministro Manuel Valls.

 

La Francia dice stop ai sussidi per le centrali a carbone 2Questo annuncio è arrivato in concomitanza con il lancio ufficiale della campagna di sensibilizzazione nazionale per la conferenza sul clima di Parigi (COP 21). Molto resta ancora da fare nei mesi che precedono il cruciale appuntamento – in calendario per il 30 novembre-11 dicembre – e gli osservatori temono che i negoziati siano ancora troppo in alto mare per raggiungere l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto 2 °C di media rispetto al periodo preindustriale.

La scelta francese mette fine a diversi mesi di esitazione da parte del governo, generata dalle preoccupazioni per il possibile impatto sui posti di lavoro di Alstom, una delle più grandi compagnie energetiche del Paese e grande beneficiario dei crediti all’esportazione per progetti di impianti a carbone nel Sud del mondo.

 

Gli ambientalisti, tuttavia, sono preoccupati perché la tecnologia di cattura del carbonio è alla fase embrionale, e difficilmente potrà essere installata nei nuovi progetti di impianti a carbone della Francia. Temono poi che in alcuni, Paesi poveri, fortemente dipendenti dal carbone, le aziende vengano esentate dal rispetto della decisione. Infatti, le banche di investimento pubbliche, spesso lasciano mano libera a questi soggetti con la scusa che il loro operato è troppo utile per le comunità. Mentre il mix energetico della Francia fa poco affidamento sul carbone, il governo lo sovvenziona ancora all’estero attraverso garanzie pubbliche assicurate dall’agenzia di credito all’esportazione francese, Coface. L’agenzia ha garantito oltre 1.2 miliardi di euro a questi impianti dal 2011.