Coprirà oltre 1,6 mln di kmq attorno agli arcipelagi di Kerguelen e Crozet e all’isola di Amsterdam, nel settore meridionale dell’Oceano Indiano, aree preziose per la biodiversità
(Rinnovabili.it) – La Francia sta per dare vita alla più vasta area marina protetta al mondo. Non nel golfo di Biscaglia o nel Mediterraneo, ma dall’altra parte del Pianeta, tra l’Oceano Indiano meridionale e l’Oceano Antartico. Il santuario marino sorgerà attorno agli arcipelagi di Kerguelen e Crozet e all’isola di Amsterdam, 4mila km di distanza sia dall’Africa che dall’Australia e circa 2mila km a nord del Polo Sud, che fanno parte dei territori d’oltremare di Parigi.
Tutte aree preziose per la biodiversità, ricche di specie endemiche tanto nella flora quanto nella fauna. Ma soprattutto punti d’appoggio fondamentali per la caccia alla foca e alla balena. Le isole sono state dichiarate riserva protetta già nel 2006. Lo scorso dicembre, dopo l’approvazione di una nuova legge per la tutela della biodiversità, la ministra Ségolène Royal aveva ampliato l’area sottoposta a vincolo fino a 670mila kmq. Con la nuova decisione verrà più che raddoppiata: in tutto si estenderà per 1,6 milioni di kmq, cioè su tutta la Zona economica esclusiva sotto sovranità francese secondo il diritto internazionale. E supererà il record stabilito di recente dal santuario marino del mare di Ross, in Antartide, su cui è stata trovata l’intesa pochi mesi fa dopo anni di scontri diplomatici e veti incrociati.
Nelle aree protette sarà vietata la pesca agli squali e alle razze, come anche qualsiasi metodo di pesca che può avere impatti sui fondali marini. Particolari disposizioni verranno adottate per impedire l’introduzione di specie aliene, anche tramite regolamenti sullo scarico in mare delle navi. Infine, sono previste missioni scientifiche anche per salvaguardare alcune specie in pericolo come l’albatros di Amsterdam. Il piano di espansione dell’area protetta è in fase di dibattito pubblico tramite una consultazione che terminerà il 17 marzo prossimo.
La decisione di Parigi fa parte di una più generale revisione della strategia francese per la protezione dei mari e delle coste, necessaria dopo che l’UE ne aveva bocciato alcune parti relative alla biodiversità perché non soddisfacevano le richieste della Direttiva quadro sulla strategia marina. Nel documento del governo vengono citati altri due obiettivi: lo sviluppo delle rinnovabili marine e l’apertura al deep-sea mining, in teoria soltanto in zone dove l’impatto sulla vita marina è estremamente limitato.