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La Francia rischia di mancare gli obiettivi di taglio delle emissioni

Il primo report dell'Alto Consiglio per il clima ha valutato come "insufficienti" le azioni messe in campo dal Governo francese per ridurre le emissioni inquinanti.

Parigi emissioniNegli ultimi 4 anni, la Francia ha sempre mancato i propri obiettivi di taglio delle emissioni

 

(Rinnovabili.it) – L’impegno della Francia per ridurre le emissioni di gas serra e contenere il cambiamento climatico non è sufficiente: lo rivela il primo report dell’Alto Consiglio pe il clima (Haut Council pour le Climat – HCC), un pool di esperti nominati recentemente dallo stesso Emanuel Macron per vigilare sulle politiche climatiche francesi.

 

“Gli obiettivi posti sono ambiziosi, ma le azioni intraprese rimangono insufficienti, mentre tutte le politiche climatiche dovrebbero ora essere rafforzate – scrivono gli 11 esperti nella relazione di 50 pagine consegnata al primo ministro francese Édouard Philippe – Al ritmo attuale, è improbabile che gli impegni vengano mantenuti”.

 

Il report spiega che la Francia ha mancato i propri obiettivi climatici negli ultimi 4 anni, tra il 2015 e il 2018, con le emissioni calate solo dell’1,1% contro le previsioni dell’1,9%. Colpa soprattutto del settore dei trasporti, che conta per il 31% delle emissioni francesi e non mostra trend di calo negli ultimi 10 anni, e dello scarso isolamento delle abitazioni, responsabili del 19% delle emissioni.

 

Il documento consegnato al primo ministro accoglie con fiducia il progetto di Legge avanzato dal Ministro dell’Ambiente, Francois de Rugy, per porre l’obiettivo zero emissioni nette entro il 2050, decretare l’emergenza climatica ed ecologica e spostare di 10 anni (dal 2035 al 2025) il taglio del 50% di energia nucleare nella produzione di elettricità. La proposta comincerà ad essere dibattuta a partire da mercoledì pomeriggio nell’Assemblea nazionale ed è probabile che susciterà un acceso confronto.

 

Su questo fronte, però, l’HCC chiede impegni concreti e non solo proclami: “Finché l’azione in risposta ai cambiamenti climatici rimarrà ai margini delle politiche pubbliche, la Francia non avrà alcuna possibilità di raggiungere la neutralità della CO2 entro il 2050 – ha commentato il presidente dell’HCC, la climatologa franco canadese, Corinne Le Quere – Perché ciò accada, le misure per ridurre le emissioni devono diventare una priorità nazionale, al centro delle decisioni degli attori pubblici e privati”.

 

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Il Consiglio superiore per il clima ha invitato il Governo a rendere più concrete le proprie azioni a sostegno della lotta al cambiamento climatico: secondo gli esperti, gli obiettivi di taglio delle emissioni nel breve termine andrebbero emanati anche attraverso Leggi ad hoc, mentre ogni nuovo grande progetto infrastrutturale dovrebbe rispettare paradigmi di carbon neutrality.

 

L’HCC sottolinea anche l’importanza di tenere conto delle cosiddette emissioni importate, come quelle causate dai camion stranieri che attraversano l’Europa tramite le autostrade francesi: sullo stessa linea anche il Ministro dell’ambiente, de Rugy che sta vagliano un piano per tassare i trasporti pesanti in transito e non diretti verso località transalpine.

 

Il Governo francese avrà adesso 6 mesi per valutare il report redatto dall’HCC e formulare una risposta coerente. Intanto Édouard Philippe ha voluto precisare la posizione ufficiale dell’esecutivo sulla questione clima: “Il cambiamento climatico è adesso e più che mai una priorità di questo Governo”, ha spiegato il primo ministro.

 

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