La tassa sui voli servirà a finanziare infrastrutture e mezzi di spostamento più sostenibili, come il treno
(Rinnovabili.it) – Il Ministro dei Trasporti francesi, Elisabeth Borne, ha annunciato l’introduzione di un’eco tassa sui voli a partire dal 2020: i passeggeri dovranno pagare un supplemento variabile tra 1,50 e 18 euro a seconda della lunghezza del volo. I contributi dovrebbero essere utilizzati per potenziare infrastrutture e mezzi di spostamento sostenibili come ad esempio i treni.
La tassa entrerà in vigore dal prossimo anno e dovrebbe crescere nel tempo: per i voli all’interno dell’Ue, ogni passeggero dovrà pagare 1,50 euro in più in classe economica e 9 euro in più per la business; le tratte extra Ue prevedono un supplemento doppio (3 euro per i viaggi in economica e 18 euro per quelli in business). I voli per la Corsica, quelli per i territori francesi oltremare e i voli in arrivo e in transito sul territorio francese sono esclusi dalla nuova eco tassa.
Secondo Borne, l’imposta dovrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 180 milioni di euro annui che dovrebbero essere reinvestiti in infrastrutture e sistemi di trasporto più sostenibili.
La misura è stata accolta con scetticismo da parte degli addetti ai lavori: “Il nostro settore è asfissiato dalle tasse e questa misura colpirà particolarmente le compagnie francesi che già pagano il 30% di tasse in più rispetto alla media Europa – ha spiegato Pascal de Izaguirre, Ceo di Corsair – Il livello era già eccessivo. Ancora una volta si colpisce la competitività delle aziende. Nel nostro Paese quando non si hanno idee si crea una tassa.”
Critiche anche alcune delle maggiori compagnie transalpine e le associazioni di settore: al centro dello scontro, il mancato dialogo con il Ministero dei trasporti francesi che avrebbe deciso di introdurre la nuova tassa senza interpellare gli operatori né valutarne l’impatto economico.
L’inquinamento prodotto dal trasporto aereo è al centro delle attenzioni dell’opinione pubblica internazionale: il settore rappresenta il 2% delle emissioni globali di CO2 e il 12% di quelle prodotte nel complesso dai trasporti.
In Svezia, la scelta dell’attivista Greta Thunberg, che evita gli spostamenti aerei a favore dei più sostenibili viaggi in treno, ha indotto migliaia di persone a limitare il ricorso all’aereo. Il fenomeno, ribattezzato “flygskam” (letteralmente “vergogna di volare”) si è tanto esteso da far preoccupare il gestore degli aeroporti svedese che ha visto il flusso di passeggeri in costante calo dallo scorso settembre.
A metà maggio, la Commissione europea ha pubblicato un report in cui descriveva come sottotassato il settore dell’aviazione Ue: non esiste infatti una norma comunitaria univoca sulla tassazione del cherosene che viene lasciata a discrezione dei singoli Paesi. Gli Stati che applicano un’imposta, guadagnano in media 11 euro a volo, ma un esteso sistema di tassazione potrebbe generare introiti fino a 40 miliardi di euro, secondo lo studio condotto da Ce Delft, e una riduzione di emissioni di CO2 fino al 18%.