Il Tribunale Permanente dei Popoli giudicherà l’operato degli Stati nazione che hanno adottato il fracking. Possibili condanne per violazione dei diritti umani
(Rinnovabili.it) – Il fracking finisce alla sbarra, dinanzi al Tribunale Permanente dei Popoli. Lo annuncia una coalizione di avvocati e accademici in difesa dei diritti umani, disposti a portare la questione in udienze che si terranno in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Il Tribunale Permanente dei Popoli (PPT) ha sede a Roma, e discende dal Vietnam War Crimes Tribunal del 1967. Si occupa dei casi in cui le evidenze suggeriscono violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini.
Un gruppo di 5 giuristi internazionali, di alto profilo e di provata esperienza nel campo dei diritti umani, ascolterà testimonianze sul tema del fracking prima di decidere se esistono prove sufficienti per incriminare alcuni Stati nazionali con l’accusa di non aver rispettato in modo adeguato i diritti umani universali avallando lo sfruttamento di petrolio e gas non convenzionale nelle loro giurisdizioni.
Dal 1979 ad oggi, il PPT ha prodotto 40 sentenze, non vincolanti ma di forte impatto pubblico, su diverse questioni, tra cui quelle riguardanti le comunità di Chernobyl, i lavoratori dell’industria dell’abbigliamento, le vittime delle miniere in Papua e quelle della Monsanto e la tragedia di Bhopal.
La fratturazione idraulica si è diffusa in tutto il mondo nonostante la forte opposizione pubblica e gli sforzi dei cittadini, ignorati da coloro che dovrebbero rappresentarli. È importante sottolineare che il PPT potrà arrivare all’incriminazione degli Stati, non dell’industria. Le società di fracking, infatti, non hanno una responsabilità legale diretta per il rispetto dei diritti umani.
La questione verrà esaminata tenendo conto di tutta una serie di potenziali impatti: salute umana e animale, ambientale, clima, impatto sismico, idrologico ed economico. Saranno invitati testimoni di tutto il mondo, i quali eventualmente verranno auditi in via preliminare da mini-tribunali dedicati nei loro Paesi.
L’industria del gas e del petrolio non convenzionale è molto potente, e riesce a fare pressioni sul potere politico a tutti i livelli. La Halliburton Loophole, uno dei colossi del fracking, ha ottenuto per sé e per tutti gli altri player l’esenzione dal rispetto del Safe Drinking Water Act, la legge sulla qualità dell’acqua potabile. È successo nel 2005 grazie al vice presidente americano Dick Cheney, ex amministratore delegato di quell’azienda. Ecco perché nessuno ha mai condannato le compagnie per aver fatto ammalare intere comunità.