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Fracking: negli Usa un pozzo su 6 ha almeno una perdita l’anno

L’EPA riconosce che il fracking contamina l'acqua

Fracking e terremoti: l'Oklahoma pensa solo al petrolio

 

(Rinnovabili.it) – Il fracking negli Stati Uniti danneggia l’ambiente ben più di quanto ha accertato finora l’agenzia federale Epa. Ogni anno si verificano perdite e sversamenti di fluidi contaminati nel 16% dei pozzi. Nel decennio compreso tra il 2005 e il 2014 gli episodi sono stati più di 6.500, e soltanto nei 4 stati per cui sono disponibili dati completi e attendibili: Colorado, New Mexico, Pennsylvania e North Dakota. Lo rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology.

La corsa americana agli idrocarburi non convenzionali, grazie ai quali il paese ha ottenuto l’indipendenza energetica, ha un’eredità tutt’altro che trascurabile. Un precedente studio dell’Epa, pubblicato nel giugno del 2015, parlava di appena 450 oil spill tra il 2006 e il 2012.

 

I rischi per l’ambiente legati alla fratturazione idraulica derivano principalmente dallo scarico ad altissima pressione, nel sottosuolo, delle acque usate nel processo di estrazione. Questi fluidi, composti da acqua, sabbia e sostanze chimiche – molte delle quali tossiche – vengono prima parzialmente risucchiati insieme al gas. Una volta recuperati gli idrocarburi, vengono poi definitivamente smaltiti in formazioni rocciose profonde. Ma la contaminazione ambientale si può verificare anche nelle fasi successive: sia quella del trasporto degli idrocarburi via pipeline, sia quella della movimentazione dei fluidi impiegati nel processo di fracking.

Considerando l’intera durata del processo di estrazione, dunque, il nuovo studio arriva a dati ben più allarmanti dei precedenti. La maggior parte delle perdite si verifica durante i primi 3 anni di esercizio dei pozzi e circa la metà avviene proprio nella fase di trasporto. Tra i 4 stati presi in esame, è il North Dakota quello più tartassato dagli sversamenti: ben 4.500, circa due terzi del totale.

Un impatto ambientale, questo, che si va a sommare al rischio derivante dai terremoti. In Oklahoma, ad esempio, la terra trema a un ritmo 600 volte maggiore di quello precedente il 2008, in media 2,5 scosse al giorno superiori ai 3 gradi di magnitudo. Nel biennio 2014-2015 è stato registrato un numero di eventi tellurici pari a quello di tutto il millennio precedente.

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