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L’Oklahoma riconosce il nesso tra fracking e terremoti

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(Rinnovabili.it) – Lo scetticismo è finalmente sconfitto: anche in Oklahoma il governo si è convinto del nesso tra fracking e terremoti. Le trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio sono all’origine di una gran parte delle scosse telluriche che hanno funestato il territorio negli ultimi anni. L’Ufficio Energia e Ambiente dello stato ha introdotto un sito web che pubblica le prove dietro questa conclusione, compresi i collegamenti a studi di esperti. Il sito include una mappa interattiva che segnala non solo i luoghi colpiti dai sismi, ma anche i siti di oltre 3.000 pozzi attivi di smaltimento delle acque reflue. È questa infatti la causa scatenante dei sommovimenti della crosta terrestre in Olkahoma: lo scarico ad altissima pressione, nel sottosuolo, delle acque imbottite di sostanze chimiche usate per la fratturazione idraulica.

 

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La più intensa attività sismica avviene su una vasta area, circa il 15% della superficie dello Stato, dove si rileva un significativo aumento dei volumi acque reflue smaltite negli ultimi anni.

Il riconoscimento del nesso causa-effetto tra fracking e terremoti, da parte del governo statale, non è cosa da poco. Anzi, rappresenta una vera e propria inversione di tendenza da parte della governatrice, Mary Fallin, che aveva minimizzato fino a ieri gli impatti dell’industria petrolifera e del gas, fulcro economico dell’Oklahoma.

Proprio Fallin, lo scorso autunno, dichiarava infatti che insinuare l’esistenza di un rapporto tra l’estrazione di idrocarburi e sismicità era pura speculazione. Ieri, invece, ha ammesso la significatività della relazione di febbraio della US Geological Survey, dichiarando che lo Stato doveva attivarsi.

«Le agenzie statali dell’Oklahoma stanno prendendo misure per affrontare questo problema e proteggere i proprietari di immobili», ha detto in una dichiarazione. Ma i democratici, all’opposizione, chiedono una moratoria sul fracking.

 

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Su tutt’altre posizioni, ovviamente, la Oklahoma Oil and Gas Association, che ha contestato le conclusioni negando l’esistenza di prove in grado di dimostrare che lo stop all’iniezione delle acque reflue sarebbe in grado di rallentare o fermare i terremoti.

Alcuni proprietari di case, gravemente danneggiati dall’operato delle aziende, hanno deciso di muoversi da sé, intentando cause tramite cui vorrebbero mettere in capo alle compagnie del gas i costi di riparazione.

 

L’Oklahoma ha registrato 585 terremoti di grado 3.0 o superiori lo scorso anno, più di qualsiasi altro, tranne l’Alaska, ed è sulla buona strada per superare i 900 nel 2015. Si sono verificati anche terremoti più pericolosi. Una serie di scosse nel 2011 ha superato la magnitudo 5.0, causando milioni di dollari di danni.

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