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Fracking, in due anni i terremoti di un millennio

Fracking, in due anni i terremoti di un millennio 2

 

(Rinnovabili.it) – L’industria del gas ha creato posti di lavoro nel West, ma il boom dei terremoti innescati dalle pratiche di fracking non permette più alle comunità locali di fare buon viso a cattivo gioco. Nessuno ne aveva parlato prima che le trivelle arrivassero a poche centinaia di metri dalle case, né si aveva idea delle condizioni insostenibili cui sarebbero andate incontro le famiglie a seguito del diffuso inquinamento delle riserve di acqua potabile provocato da fughe di metano e fluidi nocivi.

Ma ora è diverso: i dati parlano chiaro. I sismologi del National Earthquake Information Center hanno valutato che, nel 2014, l’Oklahoma è stato colpito da 585 terremoti. Nel 2015 ne ha registrati 842. La responsabilità, riconosciuta dalle istituzioni, è della reiniezione nel sottosuolo di una enorme quantità di acque di scarto (miste a sostanze chimiche tossiche) utilizzate nella fratturazione idraulica. Mercoledì scorso, due scosse di 4.7 e 4.8 sulla scala Richter hanno gettato nel panico il nord rurale dello Stato. Storicamente, da quelle parti il livello 3 veniva superato solo due volte l’anno: negli ultimi due, invece, l’asticella ha fatto un balzo in avanti. Basti pensare che il numero di terremoti del 2014-2015 è quasi pari a quello registrato per l’intero millennio precedente.

 

Fracking, in due anni i terremoti di un millennio

 

Gli esperti cominciano a temere che questa serie di eventi tellurici, ravvicinata e senza pause, possa smuovere le faglie fino al punto di dar vita ad una scossa troppo grave per cavarsela “solo” con qualche casa distrutta.

L’industria, in Oklahoma, sta producendo una enorme quantità di acque di scarico: oltre 200 milioni di barili al mese. Questa mole di liquidi generata dal dumping di reflui tossici sta scavando le profondità della terra, insinuandosi nelle più piccole cavità e aumentando i rischi di un evento catastrofico.

Anche in Colorado cominciano a preoccuparsi: la General Assembly (organo legislativo composto da Camera alta e bassa) si riunirà quest’anno per vagliare un disegno di legge che ritenga le compagnie del fracking responsabili dei possibili danni. Le lobby dell’industria si stanno già muovendo per contrastare il progetto, etichettandolo come «non scientifico».

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