Bocciato il regolamento voluto da Obama per l'accavallamento di competenze e autorità. Sotto la scure del tribunale scompaiono anche quelle poche garanzie esistenti per salute e ambiente
(Rinnovabili.it) – Il tribunale federale del Wyoming ha bocciato i regolamenti che limitano le operazioni di fracking su suolo pubblico messi in campo dall’amministrazione Obama. Gli effetti della sentenza si ripercuotono in tutti gli Stati Uniti, sconfessando la linea del presidente uscente. La Casa Bianca ha annunciato che presenterà ricorso, ma nel frattempo ogni limitazione della fratturazione idraulica a livello federale viene meno. Le aziende potranno continuare a inquinare le falde acquifere, usare sostanze chimiche dannose per la salute, aumentare i terremoti, e lo potranno fare indisturbate. Di fatto, si tratta di un pesante passo indietro rispetto all’ipotesi di un regolamento onnicomprensivo, valido per l’intero territorio degli Stati Uniti, sulle attività estrattive legate allo shale.
Secondo il parere del giudice Scott Skavdahl è un problema di competenze. Il Bureau of Land Management (BLM), che fa capo al dipartimento degli Interni, non avrebbe l’autorità sufficiente per imporre delle regole anche su quei terreni di pertinenza federale e delle comunità indiane. Come spesso accade negli Usa, il braccio di ferro tra i diversi livelli di potere ritarda l’approvazione di un provvedimento di interesse generale.
In questo caso la vicenda inizia ufficialmente a marzo 2015. Il BLM pubblica il suo regolamento: introduce l’obbligo per le aziende di rendere noti i dati sulle sostanze chimiche impiegate nelle operazioni di fratturazione e tenta di abbattere il rischio di fuoriuscite di petrolio da condutture e impianti. La direzione sembrava quella giusta, anche se gli effetti sono in realtà molto limitati: il fracking negli Usa riguarda per la maggior parte terreni di privati e l’offshore, e solo nel 22% dei casi ha luogo su terre federali. La sentenza impedisce che anche questa piccola fetta venga regolata, a tutto vantaggio di compagnie e lobby del fracking che continuano ad avere le mani libere.
Con la linea di Obama sconfessata, l’unica speranza al momento è bussare alla porta del Congresso e far votare una legge ad hoc. Ma il Congresso è in mano ai Repubblicani e ci resterà almeno per altri 2 anni. Gli spiragli per un cambio di rotta sono davvero pochi.